IL CASO

Fondi Comuni di confine, il Trentino chiude i rubinetti: allarme rosso in alto Garda

di Luciano Scarpetta
Preoccupazione tra i sindaci per l'annunciato taglio o ridimensionamento delle risorse. Limone, Magasa, Valvestino e Tremosine rischiano di perdere due milioni l'anno
Valvestino  è tra i beneficiari dei fondi per i Comuni confinanti o contigui con la Provincia autonoma di Trento
Valvestino è tra i beneficiari dei fondi per i Comuni confinanti o contigui con la Provincia autonoma di Trento
Valvestino  è tra i beneficiari dei fondi per i Comuni confinanti o contigui con la Provincia autonoma di Trento
Valvestino è tra i beneficiari dei fondi per i Comuni confinanti o contigui con la Provincia autonoma di Trento

In tempi di emergenze assortite, non ci voleva davvero per i Comuni del Parco alto Garda , nello specifico quelli di Valvestino, Magasa, Tremosine e Limone, anche la «variabile impazzita» che arriva dalla confinante Trento.

Fondo per i Comuni di confine: 80 milioni l'anno

L’assessore agli Enti locali della Provincia autonoma trentina, ha manifestato la volontà di ricontrattare con il governo la questione del Fondo per i Comuni di confine, di cui da sempre beneficiano i più vicini paesi bresciani dell’alto Garda.

Quest’ultimo destina, come definito con l’intesa 14 settembre 2014 ai progetti dei territori di confine, ben 80 milioni di euro all'anno, provenienti in parti uguali. Una manna per Valvestino, Magasa, Tremosine e Limone, che possono periodicamente finanziare interventi (infrastrutture, sviluppo locale, servizi alla persona, marketing territoriale, aiuti alle imprese eccetera) individuati nell'ambito di proposte di sviluppo provincia.

Sono 500 mila euro in quota fissa ogni anno sono distribuiti a ciascun Comune più altri investimenti, finanziando non solo progetti proposti dai Comuni confinanti, ma anche progetti strategici.

Il motivo della volontà di chiudere i rubinetti?

«Rispetto ad allora sono cambiate molte cose e per noi non è più sostenibile», sentenzia Gottardi sottolineando inoltre che dal prossimo anno mancheranno alla Provincia autonoma 100 milioni di euro di gettiti arretrati dallo Stato in virtù dei precedenti accordi e, negli anni seguenti, gli arretrati si azzereranno».

Prospettive non certo esaltanti. «Secondo il mio parere – commenta il sindaco di Magasa, Federico Venturini - sarà difficile che il Fondo Odi venga cancellato proprio adesso che il ministro per gli affari regionali e le autonomie è Roberto Calderoli, proprio uno dei fautori anni fa di questa iniziativa, proprio per consentire una legittima parificazione tra i territori confinanti con la Provincia autonoma di Trento, ammortizzando in un certo senso il divario tra chi si trattiene quasi interamente il gettito delle imposte e chi no». Le prospettive?

Una boutade: l'accordo è consolidato

«Credo sia quasi una boutade, una cosa detta solo per vedere le reazioni. Certo, se anche noi cominciamo a dividerci dicendo che la ciclabile del Garda non s’ha da fare, non andiamo più da nessuna parte». Dello stesso avviso anche il sindaco di Valvestino (e presidente della Comunità Montana Parco) Davide Pace: «L’accordo è consolidato perché i fondi sono statali e in sostanza stiamo parlando di una partita di giro, così come del resto, gli interventi effettuati in passato sul territorio sono stati concordati anche con la Provincia di Trento. Confidiamo in Calderoli.

Credo che anche ai nostri dirimpettai trentini convenga non avere zone depresse ai loro confini. Giusto per fare un esempio, quando loro completeranno il tratto di ciclabile da Riva a Limone, presumo andrà a loro beneficio anche il tratto bresciano di Limone». Finanziato peraltro, ricordiamo, con il contributo dei fondi Odi. Ma si vedrà. •.

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