«Imperizia marinaresca» Per la Guardia costiera 80 missioni di soccorso

di L.SCA.
Troppa impreparazione da parte di chi naviga sul lago di Garda
Troppa impreparazione da parte di chi naviga sul lago di Garda
Troppa impreparazione da parte di chi naviga sul lago di Garda
Troppa impreparazione da parte di chi naviga sul lago di Garda

Aumenta il numero dei turisti sul lago? Il nucleo della Guardia costiera di Salò guidato dal tenente di vascello Ilaria Zamarian (29 militari e 4 unità operative) intensifica la vigilanza e il pattugliamento. È quanto emerge dal report sull’attività operativa dell’annata appena conclusa. Le motovedette hanno percorso 8.293 miglia per garantire la sicurezza della navigazione e della balneazione, «sia in termini preventivi che repressivi», intensificando la frequenza nei fine settimana. IL NUCLEO ha eseguito complessivamente 672 controlli elevando 112 sanzioni amministrative, 88 sulla sponda bresciana e 24 sulla veronese. Il numero dei soccorsi è stato leggermente superiore rispetto a 2018: 80 gli interventi che hanno portato al salvataggio di 115 persone (92 sulla bresciana e 23 sulla sponda veronese) e 37 unità per un totale di 1.890 miglia nautiche percorse, equivalenti a 168 ore di moto. Alla voce «operazioni di ricerca e soccorso congiunte» con mezzi di altri enti istituzionali chiamati a operare sotto il coordinamento della Guardia costiera di Salò (ad es. Vigili del fuoco e volontari del Garda) si contano altri 21 interventi su tutto il lago. UN LAGO che anche quest’anno ha imposto un tributo di vite umane: nel 2019 si sono stati registrati 8 decessi, di cui 3 sulla sponda bresciana e 5 su quella veronese: «Un dato difficilmente contrastabile - è stato sottolineato - considerati alcuni casi di suicidio e altri dovuti a malori durante la balneazione o l’attività sportiva subacquea». Tra le principali cause che generano emergenze viene sottolineata la scarsa informazione sulle previsioni meteo prima di mettersi in navigazione, la carente conoscenza delle zone dove si naviga (6 le situazioni di incaglio), oltre alla mancanza di consapevolezza sulle proprie capacità fisiche e natatorie. Imperizia marinaresca di qualche diportista (soprattutto nel segmento dei natanti a noleggio per i quali non c’è obbligo di abilitazione) e la mancanza di rispetto delle norme sulla velocità, completano il quadro delle criticità, insieme ad alcuni Comuni rivieraschi ad oggi carenti a livello di sicurezza delle zone adibite alla balneazione.

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