OPERE & TERRITORIO/1. L’appello lanciato dal Consorzio Garda Unico e dagli albergatori di Desenzano e Sirmione: «Il nostro ruolo economico va riconosciuto e tutelato»

«L’Alta velocità
non si dimentichi
del lago»

di Maria Lisa Piaterra
Il primo Frecciarossa ad alta velocità arrivato in stazione a Brescia
Il primo Frecciarossa ad alta velocità arrivato in stazione a Brescia
Il primo Frecciarossa ad alta velocità arrivato in stazione a Brescia
Il primo Frecciarossa ad alta velocità arrivato in stazione a Brescia

Il Consorzio Garda Unico rilancia l’idea di una fermata della linea ferroviaria ad alta velocità per il bacino del Garda. L’importanza di una stazione ferroviaria che sia baricentrica rispetto alle destinazioni turistiche dei visitatori che giungono sul Benaco, è stata ribadita ieri a margine della del cda dell’ente che riunisce i presidenti dei consorzi di promozione turistica di Lombardia, Veneto e Trentino. «Considerando il ruolo economico di questa regione che registra annualmente oltre 24 milioni di presenze - ha spiegato il presidente Franco Cerini - ci pare oltremodo strana l’idea di escludere l’area del Garda da quella che vuole essere una linea di comunicazione moderna e funzionale».

A DESTARE molta preoccupazione è la decisione annunciata dall’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini, di non voler prevedere nella tratta Brescia-Verona una stazione intermedia che possa servire tutto il bacino gardesano. A condividere la perplessità anche i presidenti dei Consorzi degli albergatori di Desenzano, Marco Polettini, e Sirmione, Fabio Barelli. «Attualmente sulla linea storica fermano a Desenzano 70 treni al giorno e dalla stazione è stimato che transitino circa 150mila turisti all’anno - ha sottolineato Polettini - Il ruolo della stazione è fondamentale poiché consente alla nostra clientela di raggiungere Milano e Venezia con facilità». L’ipotesi che la linea ad alta velocità non fermi sul Garda e, nello stesso tempo, che la linea odierna venga mantenuta solo per la circolazione di convogli di carattere locale adatti a brevi trasferte e ad uso dei pendolari, proprio non piace agli addetti ai lavori. Che ricordano la forte vocazione turistica internazionale del lago, dove si registra il dieci per cento delle presenze turistiche complessive di stranieri in Italia.

«La nostra speranza - ha aggiunto Cerini - è che vengano comprese le nostre ragioni. Una stazione del Garda a nostro giudizio porterebbe in dote alle compagnie ferroviarie un potenziale di viaggiatori di grandissimo valore e ancora più significative sarebbero le ricadute positive in termini di vivibilità se potessimo, grazie ai treni, limitare notevolmente il numero dei veicoli sulle strade».

Dove realizzare l’ipotetica fermata, che si dovrebbe chiamare stazione del Garda, è difficile da stabilire. Un’ipotesi potrebbe essere quella della zona di San Martino della Battaglia, ma potrebbero essere prese in considerazione altre opzioni. «Tagliare fuori il Garda da questo progetto - ha concluso Barelli - sarebbe un danno enorme per la nostra economia. Ma se così sarà non ci arrenderemo e investiremo ulteriori risorse per andare a prendere direttamente i nostri clienti nelle stazioni di arrivo».

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