L’oasi della Rocca
diventa autonoma
Ma la sfida è ostica

di Alessandro Gatta
Una suggestiva immagine della Riserva naturale della Rocca e del Museo archeologico: l’autonomia dà slancio ai progetti
Una suggestiva immagine della Riserva naturale della Rocca e del Museo archeologico: l’autonomia dà slancio ai progetti
Una suggestiva immagine della Riserva naturale della Rocca e del Museo archeologico: l’autonomia dà slancio ai progetti
Una suggestiva immagine della Riserva naturale della Rocca e del Museo archeologico: l’autonomia dà slancio ai progetti

Per il piccolo Comune di Manerba è sia una svolta epocale che una sfida per il futuro: da pochi giorni la gestione della Riserva naturale della Rocca (con annesso Parco lacuale, l’unico d’acqua dolce in Italia) è passata in toto al municipio, dunque non sarà più condivisa con il Parco dell’Alto Garda bresciano. Una svolta storica che lascia tuttavia nodi intricati da sciogliere come il reperimento delle risorse e la vigilanza. LA DECISIONE fa parte della modifica alla Legge regionale 28 sulla riorganizzazione del sistema lombardo di gestione e tutela delle aree protette, su espressa richiesta del Comune: «Non abbiamo mai nascosto le nostre perplessità sulla gestione integrata - spiega il sindaco Flaviano Mattiotti - nemmeno con il Parco dell’Alto Garda, con cui abbiamo condiviso anche la necessità di tornare a gestire da soli la nostra Rocca. È una piccola indipendenza che non ci spaventa: siamo pronti ad affrontare la sfida». Dal punto di vista pratico sarà necessario approvare una modifica al regolamento della Riserva: dovrà passare dal consiglio comunale e poi vagliata dalla Regione. Dovrà essere nominato anche un nuovo Comitato di gestione, attualmente affiancato da un Comitato scientifico: «Stiamo ragionando - dice ancora Mattiotti - sull’ipotesi di accorparli, oppure di mantenerli ma in modo più snello». L’autonomia si accompagna ad alcuni progetti da realizzare: alcuni di questi già in tempi brevi, grazie a una variazione di bilancio da 50 mila euro, finanziata dai fondi regionali post-emergenza distribuiti ai municipi. In rapida sequenza si prevede il rifacimento della staccionata che si accompagna al sentiero principale, la sistemazione dell’area esterna del Museo archeologico e del parcheggio sterrato, per cui verrà installato un tabellone elettronico contaposti, la rimessa a nuovo del sentiero che dalla sommità della Rocca porta al Sasso, infine pure un progetto per il ripristino della scalinata in legno che portava all’ultimo tratto smantellata da tempo. E per il futuro? «Nuovi percorsi ludico-didattici, per cui serviranno investimenti importanti - dice ancora il sindaco - e l’idea di valorizzare il casello dell’Alta Velocità, oggi in area privata, dove venne registrato il record di Francesco Agello». In agenda anche investimenti per la ricerca scientifica, naturalistica, faunistica, ittiologica: dall’esplorazione dei fondali del Parco lacuale da 84 ettari (dove è interdetta sia la pesca che la navigazione a motore) che studi e approfondimenti su fauna e flora della terraferma. La Riserva occupa in tutto più di 200 ettari. «Abbiamo tenuto conto degli elementi di singolarità floro-faunistica, paesaggistica ed archeologica della Riserva - spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi – e la gestione esclusiva da parte del Comune fornisce maggiori garanzie di valorizzazione e promozione». •

Suggerimenti