La banda
del buco resta
a mani vuote

di Alessandro Gatta
L’ufficio postale di Centenaro preso di mira dai ladri
L’ufficio postale di Centenaro preso di mira dai ladri
L’ufficio postale di Centenaro preso di mira dai ladri
L’ufficio postale di Centenaro preso di mira dai ladri

Sulla porta d’ingresso, un cartello in formato A4 con la scritta eloquente: «Chiuso per evento criminoso». Sul retro gli operai sono già al lavoro per rimettere tutto a posto, il prima possibile. Nel mezzo, un buco di un metro per 60 centimetri, vetri frantumati e pezzi di metallo, insomma le tracce del blitz in notturna all’ufficio postale di Centenaro.


LA BANDA del buco, alla stregua dei «Soliti ignoti» colpisce ancora, anche se stavolta ha davvero «bucato»: i ladri, una volta dentro, sono riusciti a forzare la cassaforte delle Poste con la fiamma ossidrica, ma se ne sono dovuti andare a mani vuote, perché non c’era niente all’interno. Certo i danni non mancano: fino a ieri sera non era ancora certo che l’ufficio potesse riaprire regolarmente stamattina. Un colpo da professionisti, ma solo a metà: sapevano come muoversi e dove andare, ma non sapevano che la cassaforte fosse vuota. Da qui le ipotesi degli inquirenti - sull’accaduto indagano i carabinieri di Desenzano - che deviano i sospetti su una banda occasionale di semi-dilettanti, e non certo i commando attrezzati (e armati) che di solito fanno saltare sportelli bancomat. Meglio così, anche se non sarà facile risalire ai delinquenti: l’ufficio postale, che si trova in un edificio di proprietà comunale dove c’è anche un appartamento disabitato, non è dotato di alcun sistema di videosorveglianza. I banditi sono entrati in azione nel cuore della notte, intorno alle 3,30: hanno aperto il cancello che dà direttamente sulla strada, via Centenaro, hanno attraversato il cortile e raggiunto il retro dello stabile, dove appunto si accede all’abitazione disabitata.


QUI HANNO puntato una finestra, a un metro da terra, protetta solo da una vecchia tapparella: non è stato difficile forzarla, e poi spaccare il vetro con un colpo secco. Una volta dentro, si sono trovati di fronte il muro: l’hanno sfondato con una mazza, botta dopo botta, varcando infine la soglia dell’ufficio postale, dove hanno puntato dritti alla cassaforte. L’hanno squarciata utilizzando una fiamma ossidrica: ce l’hanno fatta, hanno sciolto il metallo, di certo non senza fatica: ma quando si sono accorti che di soldi manco l’ombra, hanno preso armi e bagagli e se ne sono andati. Non sono usciti da dove erano entrati: per fare prima hanno bypassato la finestra e, sempre con la fiamma ossidrica, hanno fatto saltare la serratura blindata dell’ingresso sul retro. Poi la fuga nella notte: all’arrivo dei carabinieri e della vigilanza erano già lontani. Ma i militari sono al lavoro, in cerca di utili indizi, e magari di utili testimonianze. Non si esclude infatti che i residenti siano stati svegliati dal frastuono, dall’allarme che suonava e da una macchina in fuga a tutto gas: chissà se qualcuno ha visto qualcosa che potrà facilitare le indagini.


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