La Cordata al lavoro nella tana del Covid-19: «Siamo una risorsa»

di L.SCA.
Uno degli operatori della Cordata protetto di tutto punto
Uno degli operatori della Cordata protetto di tutto punto
Uno degli operatori della Cordata protetto di tutto punto
Uno degli operatori della Cordata protetto di tutto punto

«Sono arrivati gli operatori della Nasa, gli astronauti, i Ris». Così sono accolti simpaticamente nelle case i lavoratori dalla cooperativa onlus la Cordata, attiva dal 1987 nel territorio gardesano. In questi giorni gli addetti proseguono instancabilmente nella fornitura di servizi e in particolar modo nell’erogazione del servizio di assistenza domiciliare che si occupa di fornire prestazioni e sostegno agli anziani e alle persone più fragili. PRESTAZIONI, ricordiamo, di igiene personale, igiene ambientale, preparazione e somministrazione pasti, spesa quotidiana, supporto relazionale, entrando ogni giorno nelle case di circa 600 utenti. Non solo affetti da Covid- 19, ma anche e soprattutto altri con patologie e fragilità importanti. Lo stanno facendo in situazione estrema, bardati di tute protettive, mascherine (quando ci sono) e doppi guanti snaturando la vera essenza di questo servizio: il rapporto umano. «Le istituzioni - è l’analisi dei responsabili della onlus - sembrano essersi dimenticati di questi servizi che già nell’ordinarietà non sono tenuti in molta considerazione ma adesso, con il sistema sanitario ingolfato, siamo diventati noi, erogatori di servizi assistenziali il pronto soccorso nei territori in cui lavoriamo. Ringraziamo le amministrazioni comunali che si sono mostrate collaborative cercando di limitare le prestazioni non urgenti, al nostro fianco nell’istituzione di servizi di consegna pasti, farmaci e spesa. Ma ringraziamo soprattutto le nostre assistenti che non si sono mai fermate. Puntualizzazioni mai come in questo caso doverose: «Purtroppo i finanziamenti non sono stati tolti solo alla sanità pubblica ma anche al sistema welfare, così negli anni le nostre collaboratrici hanno dovuto subire anche la decurtazione del rimborso chilometrico che le amministrazioni comunali, considerata la mancanza di fondi, non hanno più riconosciuto anche se magari nel proprio comune ci sono abitazioni distanti da raggiungere, nelle frazioni anche 10-15 chilometri dal capoluogo. Ricordiamocelo quando tutto finirà».

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