La memoria della strage e il fantasma di un virus

«Non abbiamo voluto arrenderci al virus, è stato diverso ma ci siamo». Lo aveva detto il sindaco di Brescia nel commemorare la strage di piazza della Loggia in questo anniversario pandemico e necessariamente asettico, sanificato, ma vivo: cittadini in piazza a turni, a rotazione in gruppi piccoli, ma presenti. A Salò suona invece un’altra musica: un trombettiere per il Silenzio, l’inno di Mameli registrato, niente banda e niente pubblico, non si può. Ma non ci stanno le associazioni, alle quali il Comune ha negato la piazza per commemorare Vittorio Zambarda, la vittima salodiana della strage: «Diniego o non diniego, noi in piazza ci andiamo lo stesso». E il buon sindaco, preso in contropiede, allarga le braccia: «Io ho applicato le disposizioni, voi fate come vi pare». E non passa più questo Coronavirus, che se ti contagia ti può togliere la vita, ma anche se non ti contagia ti toglie tanto.

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