«Le mie tre
giornate da
morto vivente»

di Alessandro Gatta
L’ambulanza dei Volontari del Garda
L’ambulanza dei Volontari del Garda
L’ambulanza dei Volontari del Garda
L’ambulanza dei Volontari del Garda

Esce dalla caserma di Manerba che sembra stanco, ma è vivo e non è poco: per tre giorni, dopo che era scomparso durante una nuotata alla spiaggia della Romantica di Manerba, lo avevano dato per morto. Vane le ricerche con elicotteri, sommozzatori e robot subacquei, tanto che la famiglia aveva già allertato le pompe funebri per il rimpatrio della salma in Germania. Nessuna salma: Maik Diederich, turista tedesco di 42 anni, è vivo, ricomparso dal nulla lunedì sera, ancora in costume da bagno. Dice che aveva preso un botta in testa su uno scoglio, che aveva perso la memoria e vagato nei boschi della Rocca. Poi, passata l’amnesia transitoria, era tornato al residence di via Molaria, dove la moglie e i due figli lo piangevano per morto.

 

«SONO CONTENTO che sia finita bene - ha raccontato ieri pomeriggio Maik Diederich - e prima di tutto voglio ringraziare le forze dell’ordine che si sono impegnate nelle ricerche e che hanno dato conforto a mia moglie e alla mia famiglia». A Manerba erano arrivati anche altri parenti da Amburgo. Una delle due sorelle, al ritorno di Maik, aveva raccontato la gioia immensa: «In Germania diciamo che la speranza è l’ultima a morire. Io ero convinta che fosse ancora vivo, me lo sentivo». La cronaca dell’accaduto è incredibile, ma vera: Maik Diederich si era tuffato per una nuotata, sabato pomeriggio alla Romantica, ed era sparito: la moglie aveva dato l’allarme alle 18.30. Lui ha raccontato ai carabinieri di non ricordarsi quasi nulla, se non di aver battuto la testa contro qualcosa, forse una roccia, nuotando a dorso. Si era ritrovato aggrappato a degli scogli e ha raggiunto la spiaggia sotto la Rocca: qui, frastornato, ha atteso due notti prima di ritrovare la memoria e mettersi in cammino: «Ho riconosciuto la croce in cima alla Rocca, quindi ho percorso un sentiero e ho continuato a camminare - racconta - finché ho trovato la via di casa». Lunedì sera ha bussato alla porta: una gioia inimmaginabile per i suoi cari. Maik e la moglie Anja resteranno sul lago ancora per tutta la settimana. È la seconda volta che vengono sul Garda: «Ma non siamo sicuri di tornarci», dice la moglie dopo la sconvolgente esperienza, da vedova per tre giorni. Niente foto per la stampa, ma è giusto così: qualche giorno per riprendersi prima di tornare a casa. La buona notizia è che Maik sta bene. Lunedì sera è stato medicato in ospedale a Gavardo, accompagnato da un’ambulanza dei Volontari del Garda: sui graffi un po’ di disinfettante e la vita ricomincia.

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