Limone, un doppio scudo contro il contagio

A Limone nessun contagio finora: un’enigma dalla doppia «chiave»
A Limone nessun contagio finora: un’enigma dalla doppia «chiave»
A Limone nessun contagio finora: un’enigma dalla doppia «chiave»
A Limone nessun contagio finora: un’enigma dalla doppia «chiave»

In Lombardia, la regione più colpita dal Coronavirus, ci sono ancora alcuni paesi senza contagiati. Fra questi c’è Ferrera Erbognone, cittadina di poco più di mille abitanti nel Pavese che adesso diventa oggetto di ricerche dell’Istituto neurologico Mondino di Pavia: «Si studierà il sangue degli abitanti - è stato annunciato - non appena arriverà il via libera dalla Regione». L’ipotesi da dimostrare è che ci sia qualcosa nel sistema immunitario di questa piccola popolazione, che possa spiegare come mai nessuno è stato colpito, fornendo forse una chiave per individuare anticorpi che aiutino a fermare la pandemia. E LIMONE ALLORA? Il paese comune dell’alto Garda, poco meno di 1.200 abitanti, è con Irma, Pertica Alta e Magasa tra i soli 4 su 206 Comuni bresciani dove non si registrano ancora contagi da Covid19. Solo una coincidenza? Qui nel 1982 tutta la popolazione del paese fu sottoposta a prelievi del sangue dopo che a un ferroviere di Milano nativo di Limone venne scoperta la presenza di una proteina anomala, che per la sua particolare struttura riduce i rischi di infarto, riuscendo a convogliare rapidamente i grassi delle arterie fino al fegato, eliminandoli. Le indagini ematiche a tappeto sulla popolazione evidenziarono altri portatori della proteina e ancora oggi i discendenti vengono sottoposti ad ulteriori analisi. Proteina o non proteina, Limone è stato in ogni caso uno dei primi Comuni ad aver messo in pratica da subito le restrizioni per l’emergenza sanitaria, verrebbe da dire anche con maniacalità cinese. «QUI DA NOI non gira davvero nessuno - ammettono in municipio il sindaco Antonio Martinelli ed il vice Franceschino Risatti -: ai due posti di blocco sulla Gardesana vengono fatti passare solo individui che per provate esigenze lavorative devono entrare in paese, tutti gli altri devono girare i tacchi». E non solo: «Qualsiasi cosa, anche la spesa alimentare, viene consegnata a casa». L’altro giorno due giovani residenti, rientrati dalla Spagna e dall’Olanda, sono stati messi subito in quarantena. Si attende fiduciosi il responso. Sembra quasi un miracolo dopo che tre settimane fa la ciclopedonale venne invasa nel fine settimana da oltre quattromila persone: poi scafttò la chiusura. «In quel fine settimana - ricorda Risatti - sembrava di essere in estate. Ma noi vorremmo mantenere lo zero alla voce contagi: sarebbe un bel biglietto da visita da esibire in Italia e all’estero per ripartire col turismo appena l’emergenza sanitaria sarà conclusa». •

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