Lugana, 30 anni alla conquista del mondo

di Silvia Avigo
Trent’anni di Consorzio per la tutela del  Lugana Doc: è il prodotto gardesano più conosciuto nel mondo
Trent’anni di Consorzio per la tutela del Lugana Doc: è il prodotto gardesano più conosciuto nel mondo
Trent’anni di Consorzio per la tutela del  Lugana Doc: è il prodotto gardesano più conosciuto nel mondo
Trent’anni di Consorzio per la tutela del Lugana Doc: è il prodotto gardesano più conosciuto nel mondo

Oggi è il prodotto gardesano più conosciuto nel mondo, con milioni di bottiglie esportate in 65 paesi. Ma non è sempre stato così: ce n’è voluto di lavoro, ce n’è voluta di passione, di pazienza per migliorare e per espandersi. PROPRIO IERI con una degustazione dei migliori vini d’annata di 42 cantine, in collaborazione con il Consorzio albergatori e ristoratori di Sirmione, si sono concluse nell’hotel Villa Cortine le celebrazioni per il 30esimo anniversario del Consorzio Tutela Lugana Doc, l’eccellenza gardesana che ha ormai conquistato mercati e palati. Con tipologie di vini diversi prodotti in cinque Comuni (Desenzano, Lonato, Sirmione, Peschiera e Pozzolengo), 6 mila menzioni ricevute, 2500 ettari di terreni vitati, 180 viticoltori, 90 imbottigliatori e con la produzione di 174 mila ettolitri per 22 milioni di bottiglie nel 2019, il lugana può definirsi il prodotto del territorio più esportato e conosciuto al mondo, con una quota export che rasenta l’80% della produzione. Dal 1999 quando sbarcò in Germania conquistando in breve tempo il mercato tedesco (che resta sempre il principale acquirente), di strada ne è stata fatta molta: ad oggi il lugana ha invaso oltre 65 paesi, dagli Stati Uniti all’Australia con la totalità dell’Europa e anche parte del Sud America e del Sud Africa, a cui si è aggiunta negli ultimi anni l’Asia. Molto apprezzato anche nell’estremo oriente, il Lugana Doc sta spopolando nel Pese del Sol Levante in quanto le sue caratteristiche sposano perfettamente il gusto della cucina giapponese. UN EXPORT che ha permesso di superare anche i mesi bui del Coronavirus. Anche se il contraccolpo della crisi si è fatto sentire e per questo è stato stabilito il 15% di stoccaggio della produzione della vendemmia 2020, per metter l’intera filiera in condizione di gestire equamente la distribuzione e le dinamiche del mercato, il confronto tra il 2019 e il 2020 ha evidenziato, caso di ripresa quasi unico nel panorama italiano, una crescita del 5,8% dell’imbottigliato nei primi 7 mesi con la previsione di quasi 23 milioni di bottiglie prodotte entro la fine dell’anno. MOLTA STRADA è stata fatta in questi 30 anni di operato, un lavoro svolto principalmente su due direttrici - ha spiegato il presidente del Consorzio, Ettore Nicoletto -: internamente la filiera a preso coscienza del valore e del grande potenziale di questo vino, una consapevolezza che si è realizzata con l’inserimento del Lugana superiore nel 1998 e del Riserva con il Vendemmia Tardiva nel 2011. Esternamente, grazie la nostra opera di promozione - ha proseguito Nicoletto - si sono moltiplicate le direttrici che guidano sia il mercato interno che l’export, ampliando gli orizzonti e ponendo le basi per il futuro». Gli appuntamenti del Consorzio proseguiranno alla Milano «Wine Week» dal 3 all’11 ottobre, dove sarà protagonista di un «Walk around tasting», di una masterclass e animerà l’intero quartiere di Porta Romana attivando anche per l’occasione lo stand virtuale, uno spazio digitale dedicato all’interazione e all’approfondimento. •

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