Molestie sullo
scuolabus, l’accusa
di una madre

di PA.CI.
Una delle mamme che hanno lanciato le accuse  ha testimoniato ieri
Una delle mamme che hanno lanciato le accuse ha testimoniato ieri
Una delle mamme che hanno lanciato le accuse  ha testimoniato ieri
Una delle mamme che hanno lanciato le accuse ha testimoniato ieri

«Mi è sembrato di non essere stata creduta. Quando ho segnalato al Comune quel che mi aveva raccontato mia figlia non ho trovato le risposte che mi sarei aspettata. L'autista dello scuolabus che la mia bimba aveva detto averla toccata nelle parti intime venne soltanto destinato ad un'altra linea. Ho pensato che così il problema sarebbe solo stato spostato». Così ha ricordato davanti al tribunale di Brescia la mamma di una delle bambine vittime di presunte molestie sessuali da parte di un 78enne all'epoca dei fatti autista di una delle linee di scuolabus del Comune di Toscolano Maderno. Accusato di violenza sessuale, l'ex volontario alla fine del 2019 era stato arrestato. Dopo un periodo ai domiciliari si trova ora sottoposto all'obbligo di firma. Nel processo che si sta celebrando davanti alla prima sezione penale in udienza collegiale, la mamma di una delle bambine - tra i 9 e i 12 anni- ai giudici ha spiegato di avere anche proposto all'ufficio comunale di riferimento di sostituire il volontario con un'altra persona. «Avevamo proposto anche un nome - ha ricordato - Non volevamo che si sollevasse un polverone perché ne sarebbe rimasta coinvolta anche la sua famiglia». Gli atteggiamenti molesti dell'anziano sarebbero iniziati nel 2016, allora avrebbe allungato le mani sulle due prime bambine. Episodi emersi nel corso dell'indagine iniziata alla fine dello scorso anno dopo la denuncia ai carabinieri dei genitori della terza. Le modalità raccontate dalla piccola ricalcavano quelle che tre anni prima avevano già fatto parlare dei presunti atteggiamenti dell'autista dello scuolabus. L'anziano, secondo la ricostruzione fatta dalla procura, avrebbe infilato le mani tra le gambe delle bimbe che portava a scuola. «Così mi scaldo», la scusa che avrebbe escogitato per approfittare delle vittime. Un racconto che le tre bambine avevano confermato anche quando, durante l'indagine e in sede separata, erano state ascoltate in audizione protetta. L'indagine si era chiusa con una misura cautelare nei confronti del volontario finito prima ai domiciliari diventati poi obbligo di firma. L'arresto all'inizio dell'anno aveva infiammato anche la politica del paese arrivando in consiglio comunale dove l'opposizione aveva chiesto all'amministrazione di fare chiarezza soprattutto sul semplice trasferimento dell'uomo davanti alle prime pesanti accusa. Il dibattimento del processo penale ieri mattina si è aperto con le prime testimonianze. Prossima udienza in calendario è quella del 3 novembre quando in aula saranno invece ascolti i testimoni portati dalla difesa dell'imputato. •

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