Mussolini, il sindaco sfida Vauro e Parenzo

di Luciano Scarpetta
Un momento dello «scontro» in tv tra Vauro e il sindaco CipaniNell’acceso confronto il primo cittadino ha spiegato le sue posizioni
Un momento dello «scontro» in tv tra Vauro e il sindaco CipaniNell’acceso confronto il primo cittadino ha spiegato le sue posizioni
Un momento dello «scontro» in tv tra Vauro e il sindaco CipaniNell’acceso confronto il primo cittadino ha spiegato le sue posizioni
Un momento dello «scontro» in tv tra Vauro e il sindaco CipaniNell’acceso confronto il primo cittadino ha spiegato le sue posizioni

Non accennano a placarsi le reazioni, a distanza di una settimana, della decisione del Consiglio comunale di Salò di non revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Giorni nei quali la notizia è rimbalzata in ogni dove, anche sul noto quotidiano spagnolo El País, per non parlare dei media nazionali, con il sindaco Giampiero Cipani intervistato al noto programma radiofonico La Zanzara su Radio 24 con Giuseppe Cruciani e David Parenzo, poi l’altro ieri in diretta su Rete 4 nella trasmissione «Dritto e rovescio» condotta da Paolo Del Debbio. IN RADIO E IN TV, il sindaco ha raccolto la sfida del contraddittorio, battagliando con Parenzo e Vauro. Ribadendo in entrambe le occasioni quanto dichiarato in aula per motivare la decisione di votare contro la mozione. «Innanzitutto non abbiamo dato la cittadinanza a nessuno. Ci è stato chiesto di revocare un atto concesso nel 1924. Sulla mia stessa poltrona dopo la caduta del fascismo si sono accomodati tanti uomini di sinistra - ha tuonato in studio Cipani rivolto al vignettista Vauro - ma nessuno si è mai posto questo problema. Avrebbero potuto revocare la cittadinanza ma non l’ha mai fatto nessuno. Salò non si deve affrancare da nulla. Questo è un atto che appartiene alla storia». Proprio la partecipazione giovedì sera del sindaco al programma su Rete 4 ha scatenato una valanga di commenti a sui gruppi social locali, prolungando polemiche che non finiscono più. Non per «Salò Futura» però: il gruppo consiliare di minoranza, che aveva sollevato la spinosa questione, ha deciso di chiudere ogni polemica. «NESSUNO voleva cancellare un fatto storico, come invece in modo strumentale è stato detto e scritto - spiegano il capogruppo Giovanni Ciato, Manuela Zaminato e Francesco Cagnini -: si voleva scrivere una nuova pagina dal forte valore pedagogico e simbolico per dimostrare che le idee di Mussolini non hanno più spazio nell’Italia e nella Salò di oggi, rigettando ogni negazionismo, ogni fascismo culturale e politico. Era pacifico che la cancellazione non sarebbe stato un semplice tratto di penna, ma consapevolezza e riflessione su ciò che il fascismo è stato per l’Italia e per Salò, un segnale per le giovani generazioni, perché oggi più che mai, con il clima di dilagante razzismo, xenofobia e nostalgie del fascismo, come recenti fatti di cronaca confermano, è necessario mandare messaggi chiari e ricordare che quei valori non hanno più cittadinanza nell’Italia d’oggi che si ispira ai valori costituzionali. Per quanto ci riguarda - conclude Ciato - da oggi per noi il capitolo è chiuso». •

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