IL CASO

Museo Rsi a Salò, il curatore: «Sarà una luce sulla storia, non una nuova Predappio»

di Valentino Rodolfi
Il professor Giuseppe Parlato, che ha contribuito all'allestimento del MuSa: «Nessuno spazio per nostalgici e giudizi di parte. La mostra darà oggettività scientifica alla conoscenza di quel periodo»
Il MuSa di Salò: da primavera un intero piano del complesso ospiterà il Museo della Repubblica sociale italianaIl professor Giuseppe Parlato illustra i contenuti del Museo della Rsi
Il MuSa di Salò: da primavera un intero piano del complesso ospiterà il Museo della Repubblica sociale italianaIl professor Giuseppe Parlato illustra i contenuti del Museo della Rsi
Il MuSa di Salò: da primavera un intero piano del complesso ospiterà il Museo della Repubblica sociale italianaIl professor Giuseppe Parlato illustra i contenuti del Museo della Rsi
Il MuSa di Salò: da primavera un intero piano del complesso ospiterà il Museo della Repubblica sociale italianaIl professor Giuseppe Parlato illustra i contenuti del Museo della Rsi

Non verrà restaurata in piccolo né glorificata in grande la cosiddetta «repubblica di Salò», come è impropriamente chiamata la Rsi, e nessuno farà del MuSa un luogo per i nostalgici, che ancora sono tanti, in un tripudio di gagliardetti e di braccia tese nell’ostinato saluto romano. «Non sarà una Predappio», assicura lapidariamente, e scientificamente dimostra, uno degli accademici chiamati a dare la più rigorosa impronta storica al futuro Museo della repubblica sociale italiana, che da primavera occuperà un intero piano del Museo civico di Salò.

Leggi anche
Arriva il museo della «Repubblica di Salò», e fa già discutere

Un oggetto culturale, non un campo di battaglia ideologico

È il professor Giuseppe Parlato, docente ordinario di Storia contemporanea a Roma e presidente della Fondazione Renzo De Felice, che con i professori Roberto Chiarini ed Elena Pala ha lavorato per quasi un anno, come comitato tecnico-scientifico, a dare al futuro allestimento un’impronta esclusivamente storica, culturale, oggettiva.

Il professor Giuseppe Parlato illustra i contenuti del Museo della Rsi
Il professor Giuseppe Parlato illustra i contenuti del Museo della Rsi

Sgomberando il campo da ogni celebrazione, come da ogni preventiva condanna storica, per guardare a quel periodo storico come a un «oggetto culturale» e non più come ad un campo di battaglia ideologico, a un feticcio nostalgico, a un fantasma della damnatio memoriae.

«La repubblica sociale - osserva il professore - è un tema che non è ancora uscito dalle barriere di una memoria divisa. Tema rimosso per decenni, è pienamente diventato oggetto di analisi storica solo dagli anni ’90 grazie al lavoro di storici come Pavone, Franzinelli, De Felice e altri, per essere ricollocato in una logica di carattere storico.

Questo lavoro di ricerca offre oggi, anche a un pubblico medio e ampio, un’immagine della repubblica sociale che ne descrive tutti gli aspetti, senza demonizzazione acritica e senza esaltazione nostalgica. Perché sono trascorsi 80 anni dalla fondazione della Rsi, ricordiamolo: stiamo parlando del passato».

Documenti in copia e originale, materiale militare, e la ricostruzione di un rifugio antiaereo

Da oggetto misterioso da esorcizzare o da venerare misticamente, a oggetto culturale da studiare e da conoscere: «Non vedrete attorno al Museo di Salò - garantisce il professor Parlato - bancarelle di cianfrusaglie e di finti cimeli fascisti come a Predappio, dove fra l’altro non vi è alcun Museo. Vedrete documenti in copia e originali, manifesti e giornali, materiale militare, descrizioni nella vita quotidiana, il tutto proveniente da archivi di Stato e collezionisti, oltre alla ricostruzione di un rifugio antiaereo come unica vera concessione “scenografica“.Questo - assicura Parlato - sarà il Museo della Rsi, in un percorso studiato per la conoscenza storica».

La risposta alle tre richieste dell'Anpi

Sulle tre «riserve» o condizioni poste dall’Anpi, l’associazione nazionale partigiani d’Italia, il professore risponde , punto su punto: «L’Anpi, con la quale avremo appena possibile un nuovo incontro, ha chiesto tre cose.

La prima; che non sia un’altra Predappio, e su questo siamo stati già chiari. La seconda: che venga evidenziata la sudditanza della Rsi rispetto alla Germania nazista, e questo nell’allestimento c’è: questa è infatti una verità storica, tanto che lo stesso Mussolini sul Garda non poteva dirsi libero dalla occhiuta custodia dei tedeschi. Il terzo punto posto dall’Anpi: evidenziare il ruolo della Rsi nella Shoah, nella persecuzione antiebraica.

Anche questo - fa notare il professore - nell’allestimento c’è, con interi pannelli dedicati, e non poteva essere altrimenti, Sono anche queste verità storiche, tanto che sin dalla carta di Verona, l’atto costitutivo della repubblica, gli ebrei italiani vengono retrocessi ad apolidi e appartenenti a “nazione nemica“. Tre perplessità tutte soddisfatte proprio per il rigore scientifico del lavoro svolto».

Ma non sarà nemmeno, assicura il professor Giuseppe Parlato, una mostra noiosa, anzi: «Vi sarà la più ampia varietà di materiali, tra divise, riviste, cimeli, audiovisivi come quello del discorso di Mussolini al Lirico, una mostra avvolgente e movimentata come percorso museografico, ma nel massimo del rigore storico e scientifico».

L’ultimo dubbio: come sarà recepita dal pubblico, tra nostalgici e irriducibili di opposta fazione. «Le persone ragionevoli - conclude il professore - potranno solo ammettere che è una mostra equilibrata, il cui obbiettivo è dare oggettività scientifica alla conoscenza di quel periodo».•.

Suggerimenti