Nel nuovo MuSa Repubblica di Salò e Magnifica patria

di Luciano Scarpetta
«Preparati anatomici»: è una delle collezioni permanenti del museoLa mostra sul «culto: di Mussolini ospitata al MuSa due anni faIl MuSa, museo civico di Salò: la riapertura dà inizio a una nuova fase
«Preparati anatomici»: è una delle collezioni permanenti del museoLa mostra sul «culto: di Mussolini ospitata al MuSa due anni faIl MuSa, museo civico di Salò: la riapertura dà inizio a una nuova fase
«Preparati anatomici»: è una delle collezioni permanenti del museoLa mostra sul «culto: di Mussolini ospitata al MuSa due anni faIl MuSa, museo civico di Salò: la riapertura dà inizio a una nuova fase
«Preparati anatomici»: è una delle collezioni permanenti del museoLa mostra sul «culto: di Mussolini ospitata al MuSa due anni faIl MuSa, museo civico di Salò: la riapertura dà inizio a una nuova fase

Riapre sabato mattina sotto il segno dell’arte, con le esecuzioni musicali dei maestri Stefano Biguzzi, Gerardo Chimini e Massimiliano Rizzoli, il MuSa di Salò. Resterà poi aperto ogni settimana venerdì, sabato e domenica fino al 10 gennaio, con ingressi solo su prenotazioni on line. Per il museo cittadino gestito dalla Fondazione Opera pia e carità laicale e Istituto lodroniano è una ripartenza a tutti gli effetti, non solo dopo l’emergenza pandemica, ma anche dopo i 5 anni gestiti dal direttore uscente Giordano Bruno Guerri, capace di promuovere il MuSa grazie a mostre temporanee (come il «Museo della Follia» con Sgarbi o la mostra sull’iconografia di Mussolini). In attesa del nuovo direttore (ci sono 23 candidature, sotto esame in questi giorni) quale sarà il nuovo indirizzo culturale del MuSa? «Stiamo già lavorando su due filoni ben definiti - spiega Alberto Pelizzari, presidente della Fondazione -: la prima traccia approfondisce il periodo della Magnifica Patria sotto la dominazione veneta, la seconda sarà sui 600 giorni della repubblica sociale Italiana, che molti ancora chiamano Repubblica di Salò, raccontando approfonditamente il punto di vista del territorio su quella fase storica». STOP, invece, almeno per ora, alle mostre temporanee: «In questo periodo nel quale i finanziamenti e le sponsorizzazioni sono bloccati, abbiamo scelto di rimandare tutto al prossimo anno». Alla voce sezioni permanenti è stata riordinata la collezione di preparati anatomici (le cosiddette «mummie») di Giovan Battista Rini (1795-1856). Da vedere inoltre il museo del Nastro azzurro, la Civica raccolta del disegno, la sezione Gasparo e la liuteria bresciana e infine la sezione L’arte di una capitale: «Le sezioni permanenti - conclude il presidente Pelizzari - diverranno il cuore del museo e quelle temporanee il valore aggiunto. •

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