Nessuno sconto di pena per esecutore e mandante dell’attentato incendiario

di Paolo Cittadini
I danni provocati dall’attentato incendiario al centro estetico
I danni provocati dall’attentato incendiario al centro estetico
I danni provocati dall’attentato incendiario al centro estetico
I danni provocati dall’attentato incendiario al centro estetico

Nessuno sconto di pena nel processo d’ appello per il mandante e l'esecutore materiale dell'attentato incendiario ai danni del centro benessere «Il bello delle donne» di Desenzano avvenuto il 10 dicembre di due anni fa. I giudici di secondo grado hanno confermato la condanna a cinque anni e tre mesi di reclusione per Francesco Leone, barese trapiantato a Paliano (in provincia di Frosinone) e coinvolto in passato nel sequestro all'ex tesoriere di Silvio Berlusconi, e a tre anni per il 51enne Fabrizio Donda. ENTRAMBI LO SCORSO dicembre erano stati condannati al termine del processo celebrato con il rito abbreviato, e con la pena scontata di un terzo, davanti al giudice dell’udienza preliminare Elena Stefana. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti (cinque le persone per cui nei mesi scorsi erano scattate anche le misure cautelari: tre in carcere e due invece agli arresti domiciliari), Francesco Leone avrebbe architettato l'attentato per vendetta dopo che la sua compagna, una romena residente a Montichiari, aveva avuto problemi di lavoro con la titolare del centro estetico di Desenzano. IL PUGLIESE AVREBBE quindi cercato il «braccio» a cui affidare il lavoro sporco dietro compenso. E lo avrebbe trovato in Fabrizio Donda che avrebbe raggiunto la Lombardia dal Lazio a bordo di un'auto guidata da un altro individuo, il 61enne Aurelio Romani che, a differenza dei due complici già arrivati al secondo grado di giudizio, ha invece scelto la strada del dibattimento. Per accedere al locale e appiccare l'incendio che aveva seriamente danneggiato la struttura sarebbe stata una ex dipendente del centro estetico che agli attentatori avrebbe fornito una copia delle chiavi della porta di ingresso del locale sul lago di Garda. Le indagini condotte dai carabinieri hanno portato in breve a scoprire il movente e di conseguenza a risalire al mandante e all’esecutore materiale dell’attentato incendiario.

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