Per il carpione una speranza dall’incubatoio di Desenzano

Giovani carpioni: il salmonide autoctono del Garda è ancora considerato una specie ad alto rischioUova e avvannotti di Carpione: procede bene la schiusa in incubatoio
Giovani carpioni: il salmonide autoctono del Garda è ancora considerato una specie ad alto rischioUova e avvannotti di Carpione: procede bene la schiusa in incubatoio
Giovani carpioni: il salmonide autoctono del Garda è ancora considerato una specie ad alto rischioUova e avvannotti di Carpione: procede bene la schiusa in incubatoio
Giovani carpioni: il salmonide autoctono del Garda è ancora considerato una specie ad alto rischioUova e avvannotti di Carpione: procede bene la schiusa in incubatoio

Luciano Scarpetta Buone nuove per l’ecosistema del Garda dall’incubatoio ittico di Desenzano, dove in questi giorni sono in fase di schiusa le prime uova di Carpione, il raro salmonide autoctono ancora a concreto rischio di estinzione. «IL LAVORO di tanti appassionati pescatori impegnati nel difendere e rilanciare questa specie ittica a rischio di estinzione, sta dando i suoi importanti risultati», commenta soddisfatto l’assessore regionale all’agricoltura e alimentazione, Fabio Rolfi. Lo conferma Fabrizio Oliva presidente di Upbs, l’Unione pescatori bresciani, che gestisce l’incubatoio di Desenzano: «Per ora si è schiuso il 60% delle circa 7 mila uova in incubate e la qualità è buona. In seguito consegneremo gli esemplari alla Provincia per il rinsanguamento all’allevamento Foglio di Bagolino, dove verranno utilizzati come riproduttori». Al netto delle 170 mila trote lacustri liberate in queste prime settimane nel lago di Garda e delle altre 70 mila uova incubate, c’è da registrare anche il primo tentativo di ripopolamento della specie nel torrente di Barbarano. «Nelle scorse settimane - spiega ancora il presidente dell’Unione pescatori bresciani, Fabrizio Oliva - sono state posizionate nel corso d’acqua dai nostri associati altre 10 mila uova di trote lacustri in dieci scatole “Vibert”. Ricoperti con delle pietre, i contenitori biodegradabili faranno da nido per le trote lacustri che, nascendo, dovrebbero acquisire le caratteristiche olfattive per la risalita riproduttiva. Un tentativo che ci auguriamo possa andare a buon fine per recuperare un altro corridoio ecologico di questa specie». Come per il torrente Toscolano a una manciata di chilometri più a nord della riviera, anche in questo caso sono stati posizionati nel greto del fiume alcuni cartelli per invitare a non calpestare le zone dove si trovano i contenitori delle uova di trota lacustre. •

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