Per il «Contratto di lago» accordo fra le tre sponde su livelli, acqua e sicurezza

di L.SCA.
Al tavolo Pierlucio Ceresa, Mariastella Gelmini e Giovanni Peretti
Al tavolo Pierlucio Ceresa, Mariastella Gelmini e Giovanni Peretti
Al tavolo Pierlucio Ceresa, Mariastella Gelmini e Giovanni Peretti
Al tavolo Pierlucio Ceresa, Mariastella Gelmini e Giovanni Peretti

Un contratto di lago per iniziare a contare davvero nelle scelte del Garda: sarà firmato il mese prossimo a Peschiera dopo che ieri pomeriggio è stata presentata la bozza nella sede della Comunità del Garda. TUTTI I COMUNI gardesani delle tre province, per discutere e definire il «Contratto di Lago», erano stati convocati dalla presidente della Comunità del Garda Mariastella Gelmini e dal presidente di Ats Giovanni Peretti. La volontà è di ordinare con una logica condivisa le esigenze del Garda in modo globale, mettendo in comunicazione gli enti pubblici e i privati del bacino lacustre. «Coinvolgere il maggior numero di realtà pubbliche e private - ha sottolineato la presidente della Comunità del Garda Mariastella Gelmini - può rappresentare un mezzo adeguato per portare all’attenzione nelle sedi amministrative opportune gli esiti di un confronto su problematiche e punti di forza presenti e future, creando una voce unica». L’esortazione è soprattutto rivolta alle vicissitudini che si sono create sulla sponda bresciana dopo la decisione di realizzare i nuovi depuratori del Garda a Montichiari e Gavardo: «Non stiamo parlando di una nuova Tav - ha sottolineato Mariastella Gelmini - ma dell’ampliamento di un impianto già esistente e la revisione di un progetto per un impianto già previsto». Nell’elenco delle «evidenze da affrontare» con questo nuovo strumento troviamo sul podio, oltre a collettore e depuratori dei reflui gardesani, l’applicazione dell’accordo del 2013 sui livelli del lago (riduzione del livello massimo da 140 a 125 cm nel periodo febbraio-maggio) innalzando però i livelli minimi nel periodo di magra, formando una apposita commissione con la presenza di rappresentanti delle tre sponde. Al terzo posto la gestione dello scolmatore Mori–Torbole con il coinvolgimento anche in questo caso di tre rappresentanti delle amministrazioni del Garda. Tra le altre spinose questioni sono elencati nel contratto di lago anche il monitoraggio della qualità delle acque del Garda, dei suoi affluenti e agenti inquinanti, il ripopolamento e monitoraggio delle specie ittiche.

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