Pesci del Garda in apnea Adesso rischia grosso anche la trota lacustre

Una trota nel torrente Toscolano: la riproduzione stenta a ripartire
Una trota nel torrente Toscolano: la riproduzione stenta a ripartire
Una trota nel torrente Toscolano: la riproduzione stenta a ripartire
Una trota nel torrente Toscolano: la riproduzione stenta a ripartire

Per chi ha a cuore le sorti ecologiche del torrente Toscolano e nello specifico quelle della riproduzione della trota lacustre autoctona del Garda, questi sono giorni di passione per la siccità. Il torrente è una delle poche zone dove da secoli dal tardo autunno fino ad inverno inoltrato avviene la stagione riproduttiva con le trote che dal lago risalgono il corso d’acqua per la frega. Tuttavia le modalità della migrazione sono condizionate dall’andamento meteo-climatico: se non c’è acqua, è dura risalire, soprattutto per gli esemplari più grossi (i «grandi riproduttori), quelli più preziosi per la specie perché depongono più uova. «Dal 10 novembre scorso non piove per un giorno intero – ricorda Paolo Marai dell’associazione locale ZpsLa Fario -: siamo preoccupati perché ad oggi sono riusciti a risalire soltanto 3 o 4 esemplari ma si tratta di pesci di taglia molto piccola». Condizioni ambientali difficili per le specie autoctone dei pesci del Garda. Ma anche sulla loro riproduzione «assistita», nell’incubatoio provinciale di Desenzano, affiorano perplessità sul nuovo piano di gestione dopo lo «stop» al coregone, classificato dal ministero come alloctono. Sulla riapertura dell’incubatoio ittico prevista nelle prossime settimane a compimento del bando regionale di gestione biennale, il consiglio direttivo dell’associazione Amici della Tirlindana Basso Garda si interroga su alcuni aspetti della programmazione stabilita al centro, in particolare sulla produzione di alcune specie ittiche. «Ci chiediamo se sia opportuno, ad esempio, continuare a pescare carpioni selvatici riducendo la specie ancora presente nel Garda e in via di estinzione, se la produzione prevista in incubatoio di circa 5.000-10.000 esemplari prevede la stabulazione di uova fecondate provenienti da riproduttori in cattività e da eventuali pescate autorizzate con semine previste nel periodo maggio e giugno? Rilasciare in acque superficiali il carpione - dicono i pescatori - che in natura nasce a notevoli profondità (anche 200 metri) in un periodo nel quale la temperatura dell’acqua è superiore ai 18° appare azzardato e senzai evidenze». Perplessità anche sulla produzione prevista di luccio (40-50mila larve) e tinca (200 mila larve): «Il luccio e la tinca nel Garda hanno buona presenza e la riproduzione naturale è soddisfacente. L’allevamento in incubatoio per entrambe le specie sembra più utile a proseguire e migliorare una pratica ittiogenica difficile, che per reali esigenze. E necessario? Capitolo trota: la produzione di 250-280mila esemplari prevista di marmorata (la direttiva regionale nel solco della linea scientifica ministeriale ha optato per questa specie dal mitocondriale più longevo rispetto al ceppo della fario atlantica) appare secondo gli associati al sodalizio di pesca, esigua: «Almeno 500 mila», si sottolinea. L.Sca.

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