«Progetto da bocciare» Verso la resa dei conti nell’assemblea dei sindaci

di C.REB.

Trentacinque sindaci hanno già aderito, e nelle prossime ore il fronte è destinato a crescere. Almeno così auspicano i primi cittadini di Montichiari, Gavardo, Muscoline e Prevalle, che sollecitano i colleghi di tutta la provincia a firmare la mozione e la richiesta di convocazione della Conferenza dei Comuni di Ato per «fare chiarezza su un tema ambientale così importante che caratterizzerà i nostri territori e quelli del lago di Garda per i prossimi 50 anni». TRE GLI OBIETTIVI principali della mozione: l’immediata messa in sicurezza del lago di Garda, non procedere all’istruttoria di Valutazione di impatto ambientale del progetto che identifica Gavardo e Montichiari come sede degli impianti di depurazione, con conseguente scarico nel Chiese, e affidamento di un nuovo studio di fattibilità economica e tecnica per scelte alternative al progetto presentato da Acque Bresciane. La Conferenza dei Comuni di Ato «è il luogo dove la politica ha il dovere di prendere le decisioni che le competono - scrivono i quattro sindaci del fronte del no -, e dove si potrà tenere finalmente un ampio confronto sulla tematica di depurazione del Garda e della tutela del fiume Chiese. La dimensione dell’intervento infatti genererà impatti cumulativi anche su quei paesi non direttamente interessati dalle opere, ma ambientalmente connessi. Il tema del depuratore deve coinvolgere tutti, nell’ambito di un processo partecipato di definizione condivisa della localizzazione del progetto e delle sue ricadute ambientali, sociali ed economiche, a partire dal significativo aumento delle bollette, che toccherà i cittadini di tutta la provincia». SECONDO I QUATTRO sindaci Marco Togni, Davide Comaglio, Giovanni Benedetti e Damiano Giustacchini, «i passaggi di tutta questa vicenda che ha portato il Consiglio di amministrazione di Ato fin dal 2013 a identificare il fiume Chiese quale corpo recettore, non sono mai stati chiari. Tale scelta è chiaramente scritta nel verbale della Conferenza dei Comuni del 23 ottobre 2018 dove, con una semplice presa d’atto e senza votazione, tra l’altro in mancanza del numero legale - erano infatti presenti solo 54 rappresentanti - è stato cambiato il Piano d’ambito 2016-2045 che delinea l’intero servizio idrico della provincia». L’assemblea dell’Ato insomma potrebbe essere davvero l’occasione per contare i Comuni favorevoli e contrari al depuratore uscendo dal clima di ambiguità e silenzio che ha contribuito ad alimentare la protesta di cittadini e comitati della Valsabbia e della Bassa.

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