Protezione civile, gli «angeli» del lockdown

di Silvia Avigo
Protezione civile basso Garda: dopo 2 anni già una grande risorsa
Protezione civile basso Garda: dopo 2 anni già una grande risorsa
Protezione civile basso Garda: dopo 2 anni già una grande risorsa
Protezione civile basso Garda: dopo 2 anni già una grande risorsa

Esiste da solo due anni e già ci si chiede come è stato possibile farne a meno in passato, perché è cresciuta in fretta e ha arricchito il dispositivo di emergenza in modo complementare a Vigili del fuoco, Guardia costiera, soccorso sanitario e forze dell’ordine, ma con un ruolo peculiare: è la Protezione civile del Basso Garda che con i suoi 50 volontari è sempre pronta a supportare le Istituzioni e ha dimostrato di essere un punto di riferimento dei cittadini soprattutto durante il periodo del lockdown. «LO RICORDO come fosse ieri quel’11 marzo, giornata in cui a Desenzano è stato istituito il Centro operativo comunale: da quel giorno gomito a gomito col sindaco siamo scesi in trincea - ha raccontato il presidente Luca Trincia -. Eravamo in 35, nessuno di noi si è tirato indietro, rischiando anche la propria salute visto che non sapevamo ancora a cosa stavamo andando incontro, ma la patria ci ha chiamato e noi dovevamo essere pronti». «Come prima cosa abbiamo attivato un centralino registrando una media di 110 chiamate al giorno, erano soprattutto anziani rimasti soli e abbiamo cercato di aiutarli in ogni modo, dal bucato alla spesa e offrendo anche conforto perché nessuno doveva restare indietro». Nei registri 1800 pasti portati a domicilio, 8 mila chilometri percorsi solo per ritirare farmaci e attrezzature per l’ospedale, più di 100 ore di controllo delle coste con il nucleo nautico e 70 con i droni, il confezionamento di 38 mila mascherine che ha comportato da solo un lavoro di 14 ore al giorno per due settimane svolto da una squadra di 8 volontari, la consegna casa per casa a Desenzano fatta in collaborazione con Alpini, Croce rossa e Associazione nazionale dei carabinieri e dei marinai, la consegna di 200 mila euro di buoni spesa e delle bombole d’ossigeno per i malati a domicilio: questi alcuni dei numeri di un volontariato quantificato in 5 mila ore di lavoro solo nei primi mesi dell’emergenza. «LA GRANDE riconoscenza, il rispetto e l’affetto che la gente ci dimostra ripaga di tutto - ha spiegato con grande orgoglio Luca Trincia -: siamo stati in quei difficili momenti l’anello di congiunzione tra le Istituzioni e la gente, e adesso restando sempre a disposizione proseguiremo anche il percorso di formazione di nuovi volontari, contando sulla generosità di quei privati che vorranno aiutarci in futuro per potenziare i mezzi e le attrezzature a nostra disposizione». •

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