Quando sul Garda sfrecciava Agello

«Memorial Agello»: è questa l’intitolazione per esteso dell’Airshow della Valtenesi, doveroso omaggio a un pilota che volando sul Garda, e passando proprio per i cieli di Moniga e di Manerba, scrisse una pagina leggendaria della storia dell’aviazione. PUNTA DI DIAMANTE del Reparto alta velocità, attivo a Desenzano tra il 1927 e il 1936, il maresciallo Francesco Agello raggiunse l’apice di una luminosa epopea aviatoria: il 23 ottobre 1934 stabilì il record mondiale di velocità su idrovolanti, mai più battuto, volando sul lago a una media di 709 chilometri orari, su un apparecchio di incredibile bellezza: il rosso Macchi Castoldi Mc 72. Un evento che fece scalpore in quell’Italia, quando il reparto aeronautico gardesano era come oggi la nazionale di calcio: un simbolo di supremazia tecnica e umana, in perenne competizione con aviatori inglesi, francesi, americani, come in una specie di Olimpiade aeromeccanica, tra gare, primati e trofei. ERA UN’AVIAZIONE sportiva e cavalleresca, che la guerra spazzò via. Ma intanto, con Agello, l’Italia per prima aveva abbattuto il muro impossibile dei 700 chilometri orari. Nato a Casalpusterlengo nel 1902, Francesco Agello era solo sergente maggiore quando venne ammesso al reparto di Desenzano, tra i migliori piloti d’Italia, quasi tutti ufficiali. Cavallo di razza, un «manico» come pochi, fu promosso maresciallo, tenente e poi capitano, dopo aver vinto la Coppa Baracca nel 1932 e fissato un primo record mondiale nel 1933 (682 kmh) fino all’impresa che lo consegnò alla storia. All’Airshow, domenica, planeranno sul Garda due idrovolanti. In suo onore. •