La chiesetta di San Filippo Neri a Terzago di Calvagese è stata saccheggiata. Dalla navata sinistra del luogo di culto è stato rubato un quadro del 1770 di Giovanni Antonio Zadei. Si tratta di un furto su commissione: l’opera d’arte del valore, che sul mercato clandestino potrebbe fruttare anche 50 mila euro, è difficilmente ricettabile perchè inserita nel database fornito dalla Diocesi al Nucleo tutela patrimonio artistico dei carabinieri. Una circostanza che rafforza l’ipotesi che i ladri avessero già un acquirente, probabilmente un collezionista senza scrupoli. L’«Immacolata», questo il titolo del quadro è un dipinto a olio su tela centinata da 195 per 110 centimetri, che da tempo immemore giaceva nel piccolo tempio incastonato tra le case del borgo. «Ce ne siamo accorti venerdì mattina - racconta il parroco don Aurelio Cirelli - e abbiamo subito sporto denuncia ai carabinieri di Bedizzole. Non sappiamo quando possa essere successo, ma la chiesetta di giorno è sempre aperta, e in zona non ci sono telecamere». Non sono stati riscontrati segni di effrazione, ma è anche vero che la porta d'ingresso è tutt'altro che inespugnabile. Varcata la soglia ora si vede solo la sagoma del quadro che non c'è più, mentre sull'altra navata ancora resta una pala dedicata a San Filippo Neri. «Non c'è niente di valore in quella chiesa - continua il parroco - e mai avremmo pensato che qualcuno venisse a rubare. Per me non può essere altro che un furto su commissione: qualcuno ha visto il quadro, l'ha puntato, ha studiato come fare e poi se l'è portato via». I furti di arte sacra non sono rari nel Bresciano: nel 1980, nella notte tra il 20 e il 21 agosto, dal santuario della Beata vergine di Paitone venne rubato un quadro del Moretto, ritrovato dai carabinieri una decina di giorni più tardi nelle campagne tra San Zeno e Borgosatollo. A livello nazionale il furto più clamoroso fu quello della Natività di Caravaggio, quadro che oggi sarebbe valutato 20 milioni di euro: rubato a Palermo nel 1969, c'era di mezzo la mafia, sarebbe stato fatto a pezzi e nascosto pure in una porcilaia. La tela di Terzago, come detto, potrebbe valere qualche decina di migliaia di euro: questo sia per la sua ormai veneranda età - dipinto probabilmente nel 1770 - che per il suo autore, Giovanni Antonio Zadei detto Gian Antonio, nato a Padenghe ma famoso in tutta Italia, lavorò anche con Giambettino Cignaroli. «È un quadro particolare e facilmente riconoscibile, anche per la sua cima bombata - spiega don Aurelio - ed è comunque un bene catalogato dalla Curia, inserito nell'archivio digitale della Chiesa». Questo vuol dire che scatterà l’«alert» a livello nazionale: sul furto indagano già i carabinieri del Tpc, il comando per la Tutela del patrimonio culturale. •.