Reti «fantasma», nel lago è una lotta continua

di Silvia Avigo
Impegnati i volontari di Wwf e Talata Sub con la Guardia costiera
Impegnati i volontari di Wwf e Talata Sub con la Guardia costiera
Impegnati i volontari di Wwf e Talata Sub con la Guardia costiera
Impegnati i volontari di Wwf e Talata Sub con la Guardia costiera

Prosegue senza sosta l’operazione «-Reti fantasma» lanciata dal Comando generale della Guardia costiera su indicazione del ministro dell’ambiente e che cinvolge anche le acque del Basso Garda: dopo il recente recupero di una «Ghost net» di 30 metri al largo della costa di Desenzano, ieri mattina due squadre di sommozzatori del Wwf Brescia e Bergamo e dell’associazione Talata sub, appoggiati dalla motovedetta della Guardia Costiera, hanno liberato le acque anche da una rete lunga più di 15 metri al largo della punta di Sirmione a 25 metri di profondità. «SONO TANTISSIME le reti nel lago - ha spiegato Paolo Zanollo, sub di Wwf -. Basiamo i nostri interventi in base a una mappatura in continuo aggiornamento. Mentre recuperavamo la rete al largo della penisola ne abbiamo avvistate delle altre». Oltre ad essere inquinanti perché disperdono nell’ambiente microparticelle sintetiche, si trasformano in veri e propri «muri della morte» per la fauna acquatica che vi rimane intrappolata, senza contare il pericolo per la sicurezza di sub e bagnanti. A causare il fenomeno sono cause accidentali nell’attività di pesca (maltempo o strappi accidentali) e che portano alla perdita di spezzoni o reti intere. Ma anche l’abbandono improvviso delle postazioni abusive da parte dei pescatori di frodo che ha contribuito negli anni a portare fuori controllo la situazione. •

Suggerimenti