Ricorso respinto, tramonta il resort extra large

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  Gardone Riviera: il Tar ha bloccato  l’ampliamento del resort
Gardone Riviera: il Tar ha bloccato l’ampliamento del resort
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Gardone Riviera: il Tar ha bloccato l’ampliamento del resort

Tramonta il progetto di costruire in località Le Baite un complesso edilizio residenziale destinato ad ampliare l’offerta dell’hotel Villa Eden di Gardone Riviera. Il Tar ha respinto il ricorso dei privati contro la decisione della Comunità Montana Parco Alto Garda e della Soprintendenza di negare l’autorizzazione paesaggistica all’operazione. Uno stop imposto nonostante l’intervento prevedesse l’utilizzo di una cubatura inferiore a quella attribuita al comparto dallo strumento urbanistico. L’impugnazione contestava in particolare l’«opzione zero», ovvero nessuna edificazione adottata, a parere dei promotori del progetto, dalla Soprintendenza. «Una scelta residuale - si legge nel ricorso della società titolare dell’hotel -, che può essere utilizzata solo dopo avere senza successo attivato il contraddittorio nel procedimento per giungere a una diversa ipotesi progettuale, pena la mortificazione delle aspettative edificatorie del privato». I giudici hanno invece sottolineato come in «nessuna parte del parere della Soprintendenza si legge che in località “Le Baite” non si può in alcun modo edificare. La volontà di opporsi a qualsivoglia progetto, appare un vero e proprio processo alle intenzioni». Il pronunciamento cita i passaggi chiave delle valutazioni della Commissione paesaggio della Comunità Montana e della Soprintendenza. «La residenza alberghiera sarebbe costituita da volumi seriali disposti sui terrazzamenti di un esistente uliveto. Il terreno interessato dalla cultura terrazzata, che peraltro è tipica del paesaggio, è incorniciato dalla presenza sui due lati di due formazioni boscate a cipressi di molta evidenza visiva. Va dunque posto l’accento sulla delicatezza di un intervento che, pur considerando il tentativo progettuale di minimizzare i volumi edilizi e di curarne la mimesi con l’attenta realizzazione del sistema vegetazionale, non può che vistosamente modificare la diretta visione del lago». I giudici amministrativi insomma ritengono congrua la motivazione del diniego dell’autorizzazione paesaggistica, in quanto «l’intervento proposto richiama una lottizzazione atipica al contesto, dalla presenza di vasche di acqua in numero tale da divenire motivo dominante dell’aspetto visivo, e pare dunque eccessiva rispetto all’esigenza di conservazione della morfologia del luogo e del paesaggio coltivato ad uliveto, ultima testimonianza di una coltura tradizionale tipica». Se la sentenza del Tar non sarà impugnata davanti al Consiglio di Stato calerà il sipario dunque sull’operazione destinata ad ampliare la struttura e l’offerta di servizi benessere del prestigioso hotel a cinque stelle. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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