Rivive Zanzanù, il Robin Hood del Garda

di Luciano Scarpetta
Un fermo immagine dello spettacolo «La battaglia di Tignale»La pièce teatrale dedicata Zanzanù sarà rappresentata all’aperto
Un fermo immagine dello spettacolo «La battaglia di Tignale»La pièce teatrale dedicata Zanzanù sarà rappresentata all’aperto
Un fermo immagine dello spettacolo «La battaglia di Tignale»La pièce teatrale dedicata Zanzanù sarà rappresentata all’aperto
Un fermo immagine dello spettacolo «La battaglia di Tignale»La pièce teatrale dedicata Zanzanù sarà rappresentata all’aperto

Non sempre un bandito del Seicento è «indagato» in un convegno universitario internazionale di tre giorni, tutto per lui, nella sede staccata dell’Università degli studi di Milano a Gargnano e al Park hotel Zanzanù di Tignale, struttura intitolata proprio al famigerato fuorilegge che nei primi anni del XVII secolo imperversò con le sue gesta sulla Riviera gardesana.

Accade in questi giorni in alto Garda, a 400 anni dall’uccisione del brigante Zanzanù, avvenuta il 17 agosto del 1617 sui monti di Tignale in seguito all’attacco concentrico delle comunità di Gargnano e appunto di Tignale, che avevano deciso di ribellarsi alle sue violenze al culmine di un decennio di rapine e scorribande.

IN GIORNATA, dopo la conclusione del simposio dal titolo «Guardie e ladri: banditi e controllo della criminalità in Europa dal medioevo all’età contemporanea», il pomeriggio sarà dedicato allo spettacolo itinerante all’aperto, allestito dalla Compagnia teatrale L’Archibugio al Santuario di Montecastello. «La battaglia di Tignale» andrà in scena alle 16 e alle 18. C’è anche un bus navetta gratuito 30 minuti prima dello spettacolo, con partenza da S.Libera.

La figura di Zanzanù ancora oggi divide: ha ilvolto di un efferato criminale, o quello di un brigante romantico, di una vittima del potere, una specie di Robin Hood dell’alto Garda.

NATO A GARGNANO nell’aprile del 1576, Giovanni Beatrice detto Zanzanù fu protagonista di una violenta faida con i Riccobon di Toscolano che coinvolse la sua parentela, scatenata dopo l’uccisione di suo padre. Faida che sarebbe dovuta finire con «la pace di Salò», ma le tensioni rimasero quando il podesta di Brescia, Bernardino Ganassoni. fu ucciso nel 1610 in occasione di una visita nel Golfo. Eccidio addebitato ai fratelli Ceruti al cui soldo era Zanzanù. Non era vero, tanto che i fratelli, subito arrestati, furono presto messi in libertà, ma l’accusa a Zanzanù rimase. In seguito il provveditore veneziano fece terra bruciata intorno al bandito: la sua casa gargnanese in contrada della Fossa venne abbattuta e il giovane si diede alla macchia per 7 sanguinosi anni.

«Le celebrazioni - spiega l’assessore alla cultura Maria Luisa Andreis di Tignale - sono soprattutto la storia corale di due comunità, occasione di rilancio della cultura storica e del senso di appartenenza a un territorio».

Il lungo weekend banditesco si concluderà domani pomeriggio a Gargnano con un itinerario guidato gratuito (partenza alle 16 dal chiostro di San Francesco) che ripercorrerà le vicende del bandito più mitizzato del lago.

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