Salò non cambia, Cipani ingrana la quarta

di Sergio Zanca
Il sindaco Gianpiero Cipani, a destra nella foto, con i suoi sostenitori
Il sindaco Gianpiero Cipani, a destra nella foto, con i suoi sostenitori
Il sindaco Gianpiero Cipani, a destra nella foto, con i suoi sostenitori
Il sindaco Gianpiero Cipani, a destra nella foto, con i suoi sostenitori

Una riconferma in quarta per l’avvocato Gianpiero Cipani, rieletto sindaco di Salò e forte pure di un incremento dei consensi. Rispetto alle elezioni del 2014 è infatti passato da un bottino di 2.343 voti (il 39% di quelli validi) a 2.821 consensi: il 48,30%. Avrà 11 consiglieri su 16. «LA NOSTRA è una civica che definirei liberal democratica, su posizioni di centrodestra - commenta il vincitore -. Allo scopo di evitare qualsiasi etichettatura politica ho rifiutato qualsiasi collegamento a partiti, come la Lega, perché sono convinto di avere un gruppo di persone valide e ben preparate a livello professionale, in grado di affrontare e risolvere i problemi amministrativi. Il risultato va oltre le più rosee aspettative, frutto anche di una campagna molto pacata». Le prime opere da realizzare? «A breve partirà il maxi progetto dell’illuminazione (da due milioni e 400 mila euro) e della videosorveglianza (da 400 mila). Poi inizieranno i lavori sul teatro comunale. La scelta dell’impresa cui affidare l’esecuzione verrà fatta dalla stessa Fonte Tavina». Seconda piazza per «Futura», che si riconosce nell’area di centrosinistra ed è guidata da Giovanni Ciato, ex responsabile degli uffici tecnici del municipio di Salò e della Comunità montana Parco Alto Garda. Ha ricevuto 1.476 voti (il 25%). Cinque anni fa Stefano Zane ne aveva ottenuti 1.858. «Appena conosciuto l’esito ho telefonato a Cipani congratulandomi per il grande successo - afferma Ciato -. Noi ci siamo battuti sino alla fine, con notevole impegno». «INSIEME» (1.121 voti, 19%), di area leghista, ha schierato come capolista Marina Bonetti, medico. Due i posti ottenuti. E la soddisfazione per l’elezione a eurodeputata di Stefania Zambelli. Fuori dal consiglio, come nel 2014, il «Peler», fermatosi a quota 423, il 7%. «Pensavamo a un consenso maggiore - ammette il leader Stefano Veronesi Riccò, un immobiliarista originario di Verona -. Ci rendiamo conto che Salò non è ancora pronta per un cambiamento drastico come quello da noi proposto». •

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