Scoppia l’Unione
dei Comuni, ognuno
farà per sè

di Alessandro Gatta
In Valtenesi sembra ormai segnato il destino dell’Unione dei Comuni
In Valtenesi sembra ormai segnato il destino dell’Unione dei Comuni
In Valtenesi sembra ormai segnato il destino dell’Unione dei Comuni
In Valtenesi sembra ormai segnato il destino dell’Unione dei Comuni

Mesi di sussurri e grida, voci e smentite, quando invece tutto sembra ormai già deciso: si scioglierà l’Unione dei Comuni della Valtenesi, l’ente sovracomunale nato per far diventare grandi i piccoli paesi dell’area e che invece sarà sciolto entro fine 2020.


PER STAMATTINA è convocata l’assemblea straordinaria che dovrebbe prendere la decisione ultima: i passaggi tecnici prevedono una modifica dello statuto, che abolisca le penali (da 30 mila euro) per il recesso e che aggiunga, appunto, la possibilità di uno scioglimento consensuale. Quanto deciso dovrà poi essere ratificato entro un mese nei vari Consigli comunali, poi si potrà procedere allo scioglimento dell’Unione. Si presume che sia tutto finito già in primavera, poi dovrà essere nominato un liquidatore per sciogliere convenzioni, contratti e quant’altro entro la fine dell’anno. Sono quattro ad oggi i Comuni nell’Unione: Moniga e Manerba, gli storici fondatori, Padenghe e Soiano. Tutti insieme valgono un bilancio da 20 milioni di euro. Ma tutto questo non basta: i sindaci hanno chiesto ai tecnici una relazione sui pro e i contro dell’Unione. Pro e contro che si equivalgono, però. Quindi i tecnici hanno ripassato la «palla» alla politica, che pare ormai decisa per lo scioglimento. Ma allora qual è il vero motivo? Ai posteri l’ardua sentenza. E ci vorrà qualche bilancio prima di sapere se la separazione sarà davvero conveniente. Tutto era cominciato nel 2002, quando l’Unione venne costituita tra i Comuni di Manerba e Moniga. Nel 2008 si aggiunsero Padenghe, Soiano, San Felice e Polpenazze, ma gli ultimi due si sono sfilati ormai da qualche anno: San Felice nel 2010 e Polpenazze nel 2015. Lo scioglimento dell’Unione obbligherà i Comuni a recedere da tutte le convenzioni, dalla ragioneria ai servizi sociali, lavori pubblici e turismo: la tassa di soggiorno, istituita dall’Unione, dovrà essere abrogata e poi riadottata dai singoli municipi.

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