Siccità e bombe d’acqua: sui mutamenti climatici le previsioni sono «nere»

di S.AV.
Il Garda «in secca»: in futuro la siccità potrebbe diventare cronica
Il Garda «in secca»: in futuro la siccità potrebbe diventare cronica
Il Garda «in secca»: in futuro la siccità potrebbe diventare cronica
Il Garda «in secca»: in futuro la siccità potrebbe diventare cronica

Grandissima partecipazione al convegno dedicato ai cambiamenti climatici del lago di Garda, organizzato ieri mattina a palazzo Todeschini dalla Proloco di Desenzano. Gli scenari futuri su clima, temperature e sul lago stesso sono grigi a dire poco, ma i dati sono ancora carenti per uno scenario predittivo certo. «Il riscaldamento del pianeta è inarrestabile, la gravità degli effetti dei cambiamenti climatici che dovremo affrontare obbligano a cercare i metodi più efficaci per arginare l’impatto», ha spiegato il dottor Guido Malavasi, direttore dell’alta scuola per l’ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Presenti ill sindaco di Desenzano Guido Malinverno, la sua giunta, il deputato Paolo Formentini e il segretario della comunità del Garda Pierlucio Ceresa. Ma il Garda che fine farebbe? Il modello climatico, frutto di un’indagine territoriale, ha consentito di predire il più probabile scenario futuro al 2100. La temperatura, questa l’ipotesi, aumenterà costantemente e in tutte le stagioni, le precipitazioni si ridurranno del 45% nel periodo estivo ma anche in generale nell’arco dell’anno, la neve diventerà un fenomeno sempre più raro, la siccità estiva aumenterà del 45%, raddoppieranno le giornate con temperature molto calde ed afose, i giorni di gelo diminuiranno, le precipitazioni violente saranno la regola e non più l’eccezione. LE CONSEGUENZE, secondo lo studio: il lago si abbasserà e scatenerà come in un domino tutta una serie di effetti a catena, la scarsità idrica metterà a rischio l’impianto idraulico urbano e la fornitura di energia elettrica, le acque saranno sempre meno potabili e balneabili, la biodiversità andrà persa, ci sarà un degrado del suolo e delle coste, incendi e deforestazione, danni all’agricoltura e al turismo, su cui è basata l’economia del territorio. Certo, resta il problema di affinare il modello predittivo. Malavasi ha lanciato un appello: «Abbiamo bisogno di sostegno per raccogliere sempre più dati affinché si possa perfezionare un modello sempre più realistico, utile ad affrontare la situazione. Aiuterebbe creare un’agenzia scientifica del Garda».

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