Spuntano i resti del bombardiere fantasma

di Luciano Scarpetta
Il bombardiere Junkers Ju88 era un velivolo impiegato anche come caccia notturno dalla Luftwaffe L’identificativo  della carlingaUn altro reperto recuperatoUna valvola dell’apparecchioLe ricerche con l’ausilio del metaldector a Tremalzo hanno fatto ritrovare i resti dell’aereo da guerra
Il bombardiere Junkers Ju88 era un velivolo impiegato anche come caccia notturno dalla Luftwaffe L’identificativo della carlingaUn altro reperto recuperatoUna valvola dell’apparecchioLe ricerche con l’ausilio del metaldector a Tremalzo hanno fatto ritrovare i resti dell’aereo da guerra
Il bombardiere Junkers Ju88 era un velivolo impiegato anche come caccia notturno dalla Luftwaffe L’identificativo  della carlingaUn altro reperto recuperatoUna valvola dell’apparecchioLe ricerche con l’ausilio del metaldector a Tremalzo hanno fatto ritrovare i resti dell’aereo da guerra
Il bombardiere Junkers Ju88 era un velivolo impiegato anche come caccia notturno dalla Luftwaffe L’identificativo della carlingaUn altro reperto recuperatoUna valvola dell’apparecchioLe ricerche con l’ausilio del metaldector a Tremalzo hanno fatto ritrovare i resti dell’aereo da guerra

La paura è finita da oltre 70 anni, e oggi restano solo la curiosità e l’umana vicinanza con le vite spezzate. La leggenda è sfumata nella realtà, e il fantomatico aereo tedesco che si riteneva precipitato durante la Seconda guerra mondiale nella zona tra Tremosine e Tremalzo è apparso per davvero. La scoperta riguarda un bombardiere Junkers Ju88, un velivolo impiegato anche come caccia notturno dalla Luftwaffe: i resti vagheggiati per decenni sono stati effettivamente ritrovati nei giorni scorsi; l’epilogo di un sovrapporsi di memorie. Vincenzo Dalò, un ragazzo originario di Tremosine, accompagnatore di media montagna e grande amante del territorio alto gardesano, gira ad amici la testimonianza video raccolta anni fa dall’anziano compaesano Alcide Morandi, classe 1927. Il testimone parla di un aereo precipitato con almeno tre o quattro aviatori morti. La testimonianza incuriosisce Giacomo Zanetti, un ricercatore trentino che con un amico riesce poi a scovare in val di Ledro un residente che conserva dei pezzi raccolti dal padre subito dopo lo schianto. «Mando via whatsapp decine di foto all’amico Gianluca Mazzanti di Bologna, uno dei massimi esperti del settore in Italia, vicepresidente degli Archeologi dell’aria, l’associazione di Copparo (Ferrara) di cui anch’io faccio parte - racconta Giacomo Zanetti - e il verdetto non si fa attendere: dopo pochi minuti è già accertato che si tratta di uno Junkers Ju88». Il resto lo fanno nella sede degli alpini di Limone lo storico Domenico Fava, ancora Vincenzo Dalò e Giampaolo Girardi, il quale racconta di quando, una ventina di anni fa, come caposquadra del gruppo antincendio, aveva individuato vari rottami sparsi sotto il Corno della Marogna. IL 20 GIUGNO scorso Giacomo Zanetti, Ben Appleby, Vasco Degasperi e Vincenzo Dalò salgono dai pendii del Tacchetto Basso del Tremalzo, e dopo poco più di due ore di cammino raggiungono col metal detector quel canalone scosceso che dalle indicazioni raccolte potrebbe corrispondere al crash site e raccolgono i primi reperti. «In uno dei canali vicini - racconta Zanetti - saltano fuori moltissimi altri reperti che raccogliamo per pulizia e catalogazione». Poi vengono portate a valle altre testimonianze, come il telaio della radio, una frizione e la ruota dentata dell’oblò del mitragliere. «Importantissimo è un documento recuperato negli archivi comunali che descrive il recupero delle salme da parte delle guardie del duce». Un giro nel cimitero di Costermano, sulla sponda veronese ha poi permesso di risalire con ragionevole certezza all’identità degli aviatori morti a Tremalzo. «Per essere certi dobbiamo però attendere risposta dal Wast Deutsche dienststelle di Berlino, e se tutto collimerà porteremo su ogni tomba di quegli aviatori un pezzo del loro aereo» chiude Zanetti. •

Suggerimenti