La Regione prende tempo, ma non esclude di poter contribuire allo studio ecofluviale del Chiese, una ricerca fondamentale per valutare la compatibilità ambientale del corso d’acqua a realizzare i terminali del depuratore del Garda a Montichiari e Gavardo. È questa la sintesi dell’audizione a Milano di una delegazione del Presidio 9 Agosto che da oltre un anno, anche con un picchetto permanente in città, si oppone all’ipotesi di scaricare nel Chiese i reflui fognari prodotti dalla sponda del lago bresciano. Lo studio è necessario per portare alla luce tutte le criticità del fiume, incalzano i comitati, che hanno già avuto modo di esporre le loro ragioni in un incontro con il prefetto-commissario Maria Rosaria Laganà. I quattro rappresentanti del coordinamento – Raffaella Giubellini, Piera Casalini, Alessandro Scattolo e Sergio Aurora – sono stati ricevuti dalla commissione Agricoltura della Regione presieduta da Ruggero Armando Invernizzi. «Abbiamo esposto le ragioni della nostra protesta – spiega Scattolo – e chiesto che venga messo a bilancio un finanziamento per uno studio ecologico del Chiese - la spesa si aggira sui 50 mila euro -, destinato a diventare il ricettore dei reflui del depuratore del Garda. La Commissione si è mostrata disponibile ad approfondire la questione all'interno della struttura istituzionale del Pirellone». Domani è in programma un’assemblea che deciderà il futuro del presidio. «Faremo il punto della situazione – annuncia Scattolo – e ci confronteremo, decidendo se proseguire con la protesta in piazza Paolo VI, che dura da 417 giorni». •. C.Reb.