Sul depuratore del Garda una «congiura del silenzio»

di Luciano Scarpetta
La condotta sublacuale: c’è un silenzio ormai imbarazzante sui nuovi depuratori e collettori del Garda
La condotta sublacuale: c’è un silenzio ormai imbarazzante sui nuovi depuratori e collettori del Garda
La condotta sublacuale: c’è un silenzio ormai imbarazzante sui nuovi depuratori e collettori del Garda
La condotta sublacuale: c’è un silenzio ormai imbarazzante sui nuovi depuratori e collettori del Garda

E adesso avanti a bocche cucite: questo il diktat calato sulla sponda bresciana del lago dopo il vertice al ministero sul progetto del nuovo collettore gardesano e dei depuratori in particolare. «IL TAVOLO DI LAVORO è stato positivo e il progetto continua - aveva detto il presidente di Ats, Giovanni Peretti, dopo l’incontro a Roma -. Però al ministero hanno chiesto di avere pazienza, di andarci piano con gli annunci. In questo momento ci sono troppe tensioni sul tavolo». Speriamo si possa capire qualcosa di più domani alla sede della Comunità del Garda dove è previsto l’incontro degli «stati generali»: il Comitato di gestione di Ats (l’associazione temporanea di scopo dei 35 Comuni aderenti) con il presidente Peretti, sindaco di Castelnuovo, il segretario della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa, il vicepresidente di Ats e sindaco di Salò Giampiero Cipani, con Patrizia Avanzini, Tommaso Bertoncelli e Orietta Gaulli, sindaci di Padenghe, Brenzone e Peschiera. Si valuterà quanto emerso nella riunione tecnica di martedì al ministero dell’Ambiente, provando a individuare la road map, dopo aver toccato con mano l’insofferenza del segretario generale del ministero Gaia Checcucci e del suo staff per la situazione di incertezza e di stagnazione. Finanziato dal Governo con 100 milioni di euro su 220 complessivi, il progetto avanza spedito sulla sponda veneta ma è fermo al palo su quella bresciana. E questo dopo quasi un anno dallo stanziamento dei fondi statali e dall’incarico di uno studio tecnico all’Università di Brescia. L’indagine di Giorgio Bertanza, professore del dipartimento di ingegneria civile, non è mai stata resa pubblica, dando adito a mille spifferi e supposizioni. Poi a rompere clamorosamente gli indugi (e le uova nel paniere), ci ha pensato lunedì, alla vigilia del vertice a Roma, il sindaco di Muscoline: Davide Comaglio, contrario all’idea di ospitare il nuovo depuratore sul suo territorio, ha svelato in anteprima la soluzione più gettonata tra le cinque ipotesi dell’Università di Brescia. Mentre la sponda veronese marcia spedita verso la progettazione definitiva, avendo sciolto positivamente anche il nodo dei ricorsi presentati al Tar e al Consiglio di Stato, il depuratore bresciano resta un oggetto misterioso. Troppo misterioso. •

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