Turismo sul Garda, è una «mezza stagione»

Dimezzati gli arrivi nel 2020: è l’effetto Covid sulla riviera bresciana del lago. I riscontri stagionali vanno di pari passo con gli incassi in picchiata dell’imposta di soggiorno nei Comuni del comprensorio. IL SEGNO NEGATIVO rispetto all’anno precedente era già stato preventivato e le risultanze sono quasi in linea del resto con le stime a consuntivo nazionale dell’Istituto Demoskopika, che vede la Lombardia al secondo posto per la riduzione degli arrivi pari a 6,1 milioni (- 55,8%). Al primo posto del podio c’è il Veneto con arrivi ridotti di 9,3 milioni e la Toscana al terzo meno 6,1 milioni di arrivi. E LA NOSTRA riviera? «Secondo quanto riferito da sindaci e albergatori locali la sponda bresciana del lago da Sirmione e Limone – riferisce il direttore del Consorzio turistico Garda Lombardia Marco Girardi - ha lavorato tra il 40 e il 50% delle sue potenzialità. Dati completi non ce ne sono ancora, ma l’indirizzo è quello. Tra una settimana chiuderanno gli alberghi e ormai siamo ai titoli di coda di una stagione che ha perso tre dei suoi sei mesi più importanti: aprile, maggio e giugno. Anzi, un po’ di più se consideriamo che i turisti stranieri hanno iniziato ad arrivare in buon numero solo dopo il 15 luglio. Da lì alla fine di settembre si è lavorato bene». Non tutti però hanno riaperto dopo il lockdown vero? «Alcune strutture - ammette Girardi - sono rimaste chiuse. Stiamo parlando del 15% circa. Penalizzate soprattutto le catene alberghiere che hanno dovuto fare di necessità virtù con le disposizioni sul distanziamento sociale, concentrando la clientela solo in alcuni alberghi lasciandone chiusi altri». •