Turismo sul lago,
dal lusso alla
crisi più nera

L’interno del nuovo 5 stelle lusso «Eala»: dovrebbe aprire a maggioIl nuovo super-hotel di Limone: adesso la stagione è tutta a rischio
L’interno del nuovo 5 stelle lusso «Eala»: dovrebbe aprire a maggioIl nuovo super-hotel di Limone: adesso la stagione è tutta a rischio
L’interno del nuovo 5 stelle lusso «Eala»: dovrebbe aprire a maggioIl nuovo super-hotel di Limone: adesso la stagione è tutta a rischio
L’interno del nuovo 5 stelle lusso «Eala»: dovrebbe aprire a maggioIl nuovo super-hotel di Limone: adesso la stagione è tutta a rischio

Luciano Scarpetta In lingua celtica il nome Eala significa cigno, ed è proprio ad uno dei simboli del lago che la famiglia Risatti si è ispirata per dare il nome al nuovo, il secondo a Limone, hotel di categoria 5 stelle lusso. Avrebbe dovuto essere inaugurato il 15 maggio. Chissà se sarà ancora possibile: on line tutti i pacchetti e le offerte hanno decorrenza dal primo giugno in poi. Se finisse l’emergenza sanitaria per quella data, ci sarebbe davvero da festeggiare su tutta la riviera del lago, ma chissà. PARADOSSI dell’emergenza. Il Garda bresciano si stava «specializzando» nel segmento alto del turismo, con 11 hotel a 5 stelle e altri 4 in costruzione, fra i quali appunto il nuovo Eala di Limone, più 85 altri hotel e alberghi a 4 stelle. Ma proprio adesso arriva la più grave crisi turistica che si ricordi, a causa di un maledetto virus. «In alto Garda per ora il virus ha limitato la sua azione e i contagi sono relativamente pochi - commenta il direttore del Consorzio turistico Garda Lombardia Marco Girardi - ma non per questo il livello di guardia è minore, che altrove. Anzi». Proprio a Limone, ci si comporta come all’epoca delle prime zone rosse istituite nel cremonese e nel lodigiano: tutto chiuso, anche i generi alimentari arrivano solo porta a porta e c’è davvero la volontà di arrivare alla fine dell’emergenza senza nessun contagio conclamato: «Oltre che una soddisfazione per i residenti, sarebbe anche un eccezionale biglietto da visita per recuperare appeal - ammette Girardi -: qui sulla riviera l’80 per cento della popolazione vive con redditi maturati dal turismo». Tutti, chi più chi meno, dai negozianti agli artigiani, sono al traino dell’indotto turistico: «Perso quello abbiamo perso tutto - dice Girardi -: a fine gennaio le prenotazioni erano maggiori di quelle di un anno fa nello stesso periodo, ora siamo in ginocchio». IN ATTESA di tempi migliori si prova a fare gruppo per dialogare con istituzioni ed enti preposti provando a quantificare gli incentivi: «Non è cosa facile ad esempio raccogliere informazioni sulle misure a favore di stagionali e precari – continua -. Tante le parole, ma alla resa dei conti poche fino ad ora le azioni concrete e tanta burocrazia». •

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