Ucciso da un malore sul sentiero di Tombea

Giuseppe Bottani fra le sue amate montagne: lo ha stroncato un malore
Giuseppe Bottani fra le sue amate montagne: lo ha stroncato un malore
Giuseppe Bottani fra le sue amate montagne: lo ha stroncato un malore
Giuseppe Bottani fra le sue amate montagne: lo ha stroncato un malore

Il dramma si è consumato ieri mattina poco prima delle 11, quando un escursionista che stava salendo verso la località Tombea in territorio di Magasa, è stato colto da un malore. Giuseppe Bottani, 59 enne residente a Lumezzane, si trovava in compagnia di una comitiva di amici per una tranquilla passeggiata sul sentiero che conduce alla Malga, quando la tragedia si è consumata in pochi istanti. Il gruppo aveva appena lasciato il tratto in salita immerso nella vegetazione e stava affrontando l’ultimo tratto, quando Bottani si è accasciato al suolo ed ha perso conoscenza. Dopo aver constatato la gravità della situazione gli amici hanno allertato i soccorsi del Nue 112, coinvolgendo l’elisoccorso. Giunti sull’altopiano di Cima Rest, i medici hanno localizzato il gruppo: sulla verticale il personale sanitario si è quindi calato con il verricello, nella zona di pascolo in località Sapei, ma per l’escursionista valgobbino non c’è stato più nulla da fare. I sanitari hanno tentato di rianimarlo, ma il suo cuore si è fermato per sempre. A tradirlo sembra sia stato un infarto. La salma è stata quindi trasportata all’ospedale Civile di Brescia. Sul posto anche i carabinieri della Compagnia di Salò, provenienti dalla stazione di Gargnano. Il gruppo di amici era giunto dopo le 8.30 sull’altopiano di Magasa e prima di iniziare l’escursione si era fermato a bere un caffè al bar «Borgo Cima Rest», lasciando le auto nei pressi dei caratteristici fienili. Poco dopo le 9 la comitiva si è incamminate, senza poter immaginare il tragico epilogo dell’escursione. La tragica notizia è arrivata in un lampo a Lumezzane, dove abitava la vittima. Addetto nel settore dell’elettronica, era da 25 anni un socio attivo della sezione locale del Club Alpino Italiano, del quale è stato per quattro mandati membro del direttivo, infaticabile promotore di uscite anche molto impegnative in alta quota. Non era sposato, non aveva figli, ma aveva una compagna. Ora a piangerlo, insieme al fratello Armando e ai congiunti, è proprio quel gruppo di amici che ha frequentato per quasi metà della sua vita. «Avevo saputo che avrebbe partecipato a una gita a Magasa con alcuni appassionati di escursioni - afferma il presidente del Cai, Fabio Bonfanti -. Siamo profondamente colpiti dalla tragedia con lui perdiamo un grande un amico». •.

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