Una settimana «offline» senza smartphone e pc

di Alessandro Gatta
Davide Gianfrancesco, secondo da destra: una settimana senza rete
Davide Gianfrancesco, secondo da destra: una settimana senza rete
Davide Gianfrancesco, secondo da destra: una settimana senza rete
Davide Gianfrancesco, secondo da destra: una settimana senza rete

Una settimana offline: senza smartphone e computer, nemmeno la televisione. Solo una penna e un diario. Un’esperienza che fa riflettere, nell’epoca della connessione a tutti i costi e delle condivisioni senza sosta: l’ha vissuta, appena rientrato, il geometra Davide Gianfrancesco di Polpenazze, 34 anni da compiere, titolare di uno studio di progettazione a Soiano. È UNO DEI CINQUE protagonisti (in tutta Italia) di «Una settimana offline», progetto pilota di Fatture in Cloud, società specializzata nella fatturazione online: selezionato con altri professionisti (due manager d’azienda, un avvocato, un immobiliarista) per un viaggio speciale nel cuore dell’Umbria (a Vallo di Nera, piccolo Comune della Val Nerina da 350 abitanti) dove per una settimana intera è rimasto senza connessione. Né smartphone né computer. «Un viaggio emozionante, profondo – racconta Davide – dove ho imparato a connettermi a luoghi e persone, e non alla rete, a condividere passioni e non link. Ero preoccupato, mi chiedevo come avrei fatto. Adesso lo rifarei tutte le settimane». La proposta gli è arrivata via mail: in trasferta a Roma e poi in viaggio verso l’Umbria. Come in un reality show: «Non eravamo mai soli, con noi c’era una vera troupe - racconta - che ci seguiva, ci filmava, ci teneva d’occhio per evitare che cadessimo in tentazione». Arrivati a Vallo di Nera hanno consegnato i cellulari al sindaco, poi è cominciata la settimana offline. «Avevamo sempre qualcosa da fare, e un po’ era questo l’obiettivo del format - continua Davide -: farci riscoprire i valori di un tempo, la passione e la dedizione del lavoro. Siamo andati a pescare, abbiamo fatto il formaggio e la pasta, raccolto e pigiato l’uva, raccolto le olive, siamo andati a tartufi». Tante cose da imparare: «Ho scoperto che senza telefono, si va a dormire prima - sorride - perché non devo guardare le mail o controllare l’agenda. Arrivato in camera prendevo la penna e scrivevo il mio diario». Come in un reality, appunto, c’era anche il confessionale. E poi la vita di paese: «Ci hanno trattato come divi - aggiunge - e ci hanno dedicato una festa che non dimenticherò mai, con gli abiti tradizionali e le fisarmoniche». A casa non ci credevano: «L’hanno vista come una cosa surreale, anche perché con il lavoro che faccio sono sempre attaccato al cellulare. Ma qui ho imparato a dedicare del tempo a me stesso. E che fa bene prendersi una pausa ogni tanto. Perché il lavoro resta, il tempo invece no». SU INSTAGRAM aggiornamenti quotidiani, video e fotografie. E presto «Una settimana offline» diventerà un documentario vero e proprio, tra poco in onda sui canali social di Fatture in Cloud. «Ma può essere un’idea anche per il Garda - conclude Davide, che gestisce anche una casa vacanze a Polpenazze - organizzare tour esperienziali. Anche noi abbiamo l’agricoltura, le olive e il vino, le tradizioni di una volta. Per me è stata un’avventura travolgente, una fuga dalla routine che mi ha stimolato tutti i cinque sensi». Lontano da router e smartphone. •

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