Valtenesi turistica, potenza senza controllo

di Alessandro Gatta
Code sulla Sp 572: il traffico è un nervo scoperto della Valtenesi
Code sulla Sp 572: il traffico è un nervo scoperto della Valtenesi
Code sulla Sp 572: il traffico è un nervo scoperto della Valtenesi
Code sulla Sp 572: il traffico è un nervo scoperto della Valtenesi

Ma è davvero possibile destagionalizzare il turismo del Basso Garda, e in particolare della Valtenesi, dove i turisti sono tanti, forse fin troppi, ma quasi tutti d’estate. Non se ne parla mai, ma la Valtenesi è nei numeri una superpotenza turistica: sono oltre 2 milioni le presenze fra Manerba, Moniga, Padenghe e San Felice, un’area che vale per l’industria delle vacanze quanto Desenzano e Sirmione messe insieme. Ma sono appunto quasi tutte presenze estive per oltre il 90%. LA DIFFERENZA tra alta e bassa stagione è ancora abissale: qualcosa si muove in questi giorni, tra festività natalizie e capodanno, ma sono soprattutto arrivi italiani, last minute e seconde case che si riempiono. Ma ci vorrà ancora qualche mese prima di vedere qualche turista straniero. Le conseguenze sono note a tutti, e da tempo: d’estate il territorio «scoppia», sulle strade e non solo, da novembre in poi si svuota, fino alla primavera inoltrata. Dunque, che fare? C’è un modo per apprezzare il lago d’inverno, come già faceva Goethe? A scavare nella questione ci ha provato Chiara Crescini, laureata in Lingue alla Cattolica e oggi studentessa magistrale all’Università di Bergamo, che ha realizzato uno studio sulla Valtenesi per il dipartimento di Heritage Management dell’ateneo bergamasco. Un lungo excursus sui pregi e i difetti di un territorio che storicamente si compone di 7 Comuni (i lacustri, citati poche righe fa, e i collinari come Polpenazze, Puegnago e Soiano) ma che ancora oggi non è dotato di un ente unico per la gestione associata dei servizi: esiste l’Unione dei Comuni, ma conta solo 4 municipi (Manerba, Moniga, Padenghe e Soiano). Il patrimonio «tangibile» si compone di 15 chilometri di costa del lago, più di 30 luoghi da visitare tra castelli, santuari, isole, siti archeologici, la Riserva naturale della Rocca. C’è poi il patrimonio «intangibile»: gli eventi, olio e vino, la cucina tipica. A SUPPORTARE tutto questo, si legge nella ricerca, mancano però adeguate infrastrutture. A partire dagli stessi luoghi della ricettività, alberghi e simili (in buona parte aperti solo d’estate), bar e ristoranti (concentrati soprattutto sulla costa) e un sistema di trasporto pubblico a singhiozzo, «efficiente solo d’estate». E ancora: la mancanza di mappe e itinerari aggiornati, eventi che si concentrano nei mesi estivi, problemi legati ai parcheggi e alla viabilità, la carenza di alcuni servizi turistici come le auto a noleggio. A questo si aggiungono spesso «problemi di comunicazione» tra pubblico e privato, e cantine e frantoi (che di fatto fanno parte del «patrimonio tangibile») che ancora, salvo rare eccezioni, organizzano poche visite guidate, e ancora meno in lingua straniera. Nello studio si sottolinea come sarebbe necessario attivarsi, nella promozione del territorio, non solo durante l’alta stagione, «ma 365 giorni all’anno». •

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