Visoni e pandemia «La pausa non serve Basta allevamenti»

di P.BAL.

Qualcuno non sa, moltissimi fingono di dimenticare che il virus che sta mettendo in ginocchio il mondo ha fatto il salto di specie grazie alla vicinanza forzata, indotta, tra animali selvatici vivi e morti, specie domestiche e uomini. Da qualche settimana si è scoperto che anche i visoni, ovviamente quelli allevati come oggetti nelle fattorie in cui i mustelidi sono pigiati come sardine, sono un problema: si infettano col virus di persone positive e lo ritrasmettono mutato. Per arginare il problema all’estero li sterminano, mentre in Italia è arrivato un fermo temporaneo per gli allevamenti. Anche per quello di Calvagese. Qui, da qualche ora per le strade sono apparsi i manifesti dell’associazione antispecista «Essere animali»; poster che ricordano il pericolo sanitario e insieme la crudeltà degli allevamenti di animali da pelliccia, e che rilanciano l’appello a chiuderli per sempre. Come del resto hanno già deciso di fare fino a oggi ben 16 Paesi europei. Le ragioni sono ovviamente etiche ma anche, appunto, sanitarie. «Abbiamo scritto a tutti i sindaci dei Comuni in cui esistono allevamenti di visoni per chiedere loro di fare pressioni sul Governo per un divieto nazionale - spiegano da Essere animali -. Questa è l’unica vera rassicurazione che possono offrire alla popolazione, perché la sospensione fino a febbraio dell’attività imposta dal ministero della Salute sposta solo il problema. la riproduzione di questi mustelidi avviene a marzo, e l’anno prossimo decine di migliaia di animali nasceranno e potranno infettarsi e ritrasmettere il virus agli essere umani». •

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