A Brescia i
tumori uccidono
più che altrove

di Cinzia Reboni
A Brescia i tumori uccidono più che altrove
A Brescia i tumori uccidono più che altrove
A Brescia i tumori uccidono più che altrove
A Brescia i tumori uccidono più che altrove

In provincia di Brescia si muore di tumore più che nel resto d’Italia. Patologie del sistema circolatorio e cancro provocano da soli i due terzi di tutti i decessi, mentre i traumi e altre cause - perinatali o malformazioni - causano una perdita di anni potenziali di vita (pyll) molto più elevata, perché si registrano spesso in giovane età. Il quadro emerge nel recente Piano dei controlli delle attività sanitarie, sociosanitarie e sociali dell’Ats di Brescia. Il confronto con i dati nazionali e regionali più recenti mostrano come la mortalità per tumori nel bacino di utenza dell’Ats sia superiore rispetto alla media nazionale in entrambi i sessi, anche se in linea con la media regionale. L’incidenza delle neoplasie complessiva è invece tra le più elevate, anche a livello lombardo. In un anno nel territorio dell’Ats che conta 164 Comuni e 1.176.653 assistiti, ai quali vanno aggiunte 23.491 persone in carico solo per un periodo limitato perché decedute o emigrate, sono morte 10.755 persone, 5.064 maschi (età media 77,4 anni) e 5.691 donne (età media 84,3), mentre gli anni di vita persi sono stati 32.571. A LIVELLO comprensoriale, negli ultimi cinque anni si è registrata una mortalità generale più elevata in parte della Franciacorta e nella Bassa, così come nella fascia più settentrionale coincidente con le alte valli, mentre è diminuita in città, nell’hinterland e in parte nell’area del Garda. I tumori sono stati la seconda causa di morte, con 3.358 decessi, il 31,2% del totale, e da soli hanno causato il 42,7% degli anni potenziali di vita persi (13.914). Nello specifico, le neoplasie più rilevanti sono state quelle alle vie respiratorie: 442 decessi e 1.817 pyll nei maschi e 181 decessi e 1.064 pyll nelle donne. Anche in questo caso, i tassi sono più elevati di quelli italiani, e il trend rivela che sono in netta diminuzione tra i maschi e in aumento nelle donne. Sia in termini di numero di decessi che di anni potenziali di vita persi (236 morti e 1.239 pyll), il tumore al seno è la malattia con il maggiore impatto epidemiologico. L’incidenza è anomala nella zona urbana e periurbana, con un raggruppamento che comprende 8 Comuni, tra città e limitrofi, che hanno fatto registrare un +14%. Di forte impatto anche i tumori del colon retto (298 decessi e 1.438 pyll), anche se nell’Ats sono più bassi rispetto alla media nazionale e lombarda, grazie anche all’attivazione nel periodo 2007-2008 dello screening oncologico che ha portato all’anticipazione diagnostica di numerosi casi. Nel 2017 sono decedute 261 persone per tumori al fegato. Il tasso di mortalità in questo caso è più elevato, sia rispetto alla media nazionale che a quella regionale. A livello territoriale si notano forti differenze tra i vari Comuni, che variano anche di 3-4 volte: maggiore nell’area centro-occidentale dell’Ats e, per quanto riguarda gli uomini, anche nelle alte valli. Minor incidenza nell’area cittadina e in modo ancora più evidente in tutta l’area orientale della provincia. I tumori dello stomaco nel 2017 hanno ucciso 191 persone. Come per quelli al fegato, c’è un’area a maggior incidenza nella zona di confine tra Brescia e Bergamo che si estende a nord della Ats della montagna, e a sud verso Cremona. Fortunatamente, continua la storica diminuzione di mortalità ed incidenza per questi tumori, che nel periodo 2000-2017 si sono quasi dimezzati. I tumori del tessuto linfatico ed ematopoietico comprendono forme diversificate e nel 2017 hanno portato a 216 decessi, con tassi di mortalità più elevati nei maschi di circa il 50% rispetto alle donne. I picchi hanno un andamento a macchia di leopardo. Attualmente si registrano circa 7000-7500 casi di nuovi tumori maligni all’anno. Negli adulti, sono più frequenti tra le donne fino ai 55 anni, mentre dopo i 65 anni i tassi di incidenza nei maschi sono il doppio rispetto alle donne. LE PATOLOGIE del sistema circolatorio, pur essendo al primo posto come causa di morte nelle donne (35,8%) e al secondo negli uomini (27,8%), hanno un minore impatto in termini di pyll (14,4% del totale), soprattutto nel sesso femminile, dove l’età media di morte per queste cause è assai avanzata (88,2 anni). La mortalità per malattie del sistema circolatorio è inferiore per entrambi i sessi alla media lombarda e nazionale. La conferma dell’incisività delle campagne di prevenzione. A parità di età, risultano in diminuzione dopo il 2011 anche infarti e ictus, una flessione spiegata con la diminuzione dei fumatori, il controllo dell’alimentazione, l’incremento dell’attività sportiva e l’efficacia delle terapie per ipertensione e diabete. I traumi e gli avvelenamenti hanno causato 414 decessi (il 59,2% nei maschi), ma dal momento che una buona parte di questi avviene in giovane età, sono stati per i maschi la seconda causa di perdita di anni di vita e, considerando entrambi i sessi, hanno causato un pyll di 4.297 anni, il 13,2% del totale. La maggior perdita è stata a causa dei suicidi (1.666 pyll per 73 deceduti) e degli incidenti (1.246 pyll per 56 deceduti). Nel 2018 hanno fatto ricorso al Pronto soccorso 148.556 persone: gli incidenti domestici e in altri luoghi chiusi hanno rappresentato il 60% delle cause, seguiti dagli incidenti stradali e da quelli sul lavoro. •

Suggerimenti