«Castella, la Provincia esca dall’ambiguità»

ll consigliere Matteo Micheli
ll consigliere Matteo Micheli
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ll consigliere Matteo Micheli

La battaglia sulla Castella-3 continua. E non solo nelle aule dei tribunali, ma anche in quella del Consiglio provinciale. Matteo Micheli del gruppo di centrodestra ha presentato due nuove interrogazioni in merito al progetto della discarica di rifiuti tra Buffalora e Rezzato. La prima riguarda il ricorso al Consiglio di Stato depositato dalla società La Castella, partecipata da Garda Uno, per chiedere la revoca della sentenza dell’agosto 2020, quando i giudici avevano bocciato senza appello l’operazione ritenuta incompatibile con un’area «già gravemente pregiudicata a livello ambientale». Nel suo ricorso, la società La Castella sostiene che il ricorso sarebbe stato accolto «incorrendo in una svista di carattere materiale». La Provincia si costituirà nel ricorso proposto dalla società gardesana. La decisione è stata assunta - come si legge nel decreto firmato dal presidente Samuele Alghisi il 4 marzo - dopo aver effettuato «le necessarie valutazioni sulla proposta dell’avvocatura Provinciale congiuntamente agli uffici, ritenendo di condividerle». Quali siano queste valutazioni lo chiede appunto Micheli. «Nel decreto queste motivazioni non sono riportate - spiega il consigliere di opposizione -. Vorrei conoscere quale condotta e strategia processuale la Provincia intende assumere nel contenzioso in questione, anche in ragione del suo coinvolgimento finanziario nell’operazione di Garda Uno: sosterrà le ragioni propugnate da La Castella o si rimetterà alla giustizia?». Ma non è tutto. Nella seconda interrogazione - entrambe finiranno all’ordine del giorno del consiglio provinciale del 6 maggio - Micheli solleva il «caso» dell’esclusione dei Comuni confinanti di Brescia, Borgosatollo, Castenedolo e Mazzano, oltre al comitato Codisa, nel procedimento per il rilascio del Provvedimento autorizzativo unico Paur. «La Provincia ha ignorato la richiesta del Comune di Rezzato - afferma Micheli -, che il 10 marzo aveva invece sottolineato lo specifico interesse di queste Amministrazioni civiche, come peraltro palesato nelle vicende giudiziarie pregresse, dovuto alla loro vicinanza rispetto al sito di intervento e alle ripercussioni che a livello ambientale andrebbero inevitabilmente a subìre nell’ipotesi in cui la nuova discarica dovesse essere realizzata». Le due nuove interrogazioni vanno ad aggiungersi alla mozione depositata nei giorni scorsi dall’intero gruppo di centrodestra in Provincia, relativa al conflitto di interessi del Broletto in merito alla nuova discarica di Rezzato. Il capitale sociale de La Castella è infatti partecipato al 50% da Garda Uno, società di cui la Provincia ha una quota del 9,76%. Per questo, sostengono i firmatari della mozione, «il successo dell’iniziativa determinerebbe un indubbio vantaggio economico per il Broletto». •.

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