Castella, sconfitta bis
«Paghi lei la perizia»

La cava Castella al centro di un progetto di discarica
La cava Castella al centro di un progetto di discarica
La cava Castella al centro di un progetto di discarica
La cava Castella al centro di un progetto di discarica

Dopo la bocciatura del progetto, i promotori della discarica Castella hanno incassato un’altra sconfitta davanti al Tar. I giudici amministrativi hanno stabilito che i periti consultati per valutare l’impatto dell’operazione sull’ambiente dovranno essere pagati dalla società che fa capo a Garda Uno Spa e Rmb.

LA SOCIETÀ Castella - rappresentata e difesa dall'avvocato Domenico Bezzi - aveva fatto ricorso contro la Regione e i Comuni di Rezzato, Brescia e Castenedolo che avevano chiesto ai privati di farsi carico della parcella di 6 mila euro per le consulenze dei ricercatori universitari - Francesco Ronchetti del dipartimento Geologia applicata dell’Università di Modena e Leonardo Piccinini del dipartimento Geoscienze dell’ateneo di Padova - che hanno prodotto la documentazione. Nessun dubbio, per i giudici, che la «prestazione è consistita nella soluzione di quesiti di elevata complessità sulle criticità della localizzazione della discarica» e che «l’attività ha contemplato la redazione di un'istruttoria provvisoria, e, dopo il contraddittorio con le parti, di una relazione conclusiva». Verificazione che, sempre secondo l’ordinanza dei giudici, «è stata condotta in modo soddisfacente e nel rispetto dei tempi stabiliti». Per il Tar la parcella, che appare «congrua e coerente con le attività concretamente svolte», deve essere pagata dalla Castella, «così come stabilito dal dispositivo della sentenza del 25 gennaio». Da rilevare che nonostante la bocciatura, Garda Uno ha presentato richiesta per aprire un nuovo sito di smaltimento rifiuti - la cosiddetta Castella 2 - sempre a Rezzato.C.REB.

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