Castella-tre,
esplode la rabbia
dei Comuni

di Cinzia Reboni
Una delle manifestazioni di protesta contro la discarica Castella
Una delle manifestazioni di protesta contro la discarica Castella
Una delle manifestazioni di protesta contro la discarica Castella
Una delle manifestazioni di protesta contro la discarica Castella

«Siamo assolutamente contrari a nuove discariche sul nostro territorio, e daremo battaglia in ogni sede, come abbiamo sempre fatto». Tranchant il commento del sindaco di Rezzato Giovanni Ventura sulla richiesta di Garda Uno di aprire un sito di smaltimento rifiuti proprio dove doveva sorgere la Castella, progetto bocciato nell’agosto scorso dal Consiglio di Stato. La presa di posizione del primo cittadino non lascia spazio a dubbi. «Continueremo sulla nostra strada senza il minimo tentennamento - prosegue Ventura -: la sentenza dei giudici è stata chiara, ma evidentemente Garda Uno tenta di rientrare in qualche modo dall’investimento». Non a caso, l’importo dichiarato delle opere sul documento depositato in Provincia dal presidente dell’utility di Padenghe, Mario Bocchio, per l’avvio della procedura della richiesta, è di 17 milioni di euro, esattamente quelli chiesti da Garda Uno al Comune di Rezzato come «risarcimento danni» per aver violato un presunto accordo di 13 anni fa secondo il quale «si era attivata per ottenere l’autorizzazione principale». Un investimento che, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, non vale praticamente più nulla. La richiesta di mega risarcimento è stata respinta senza esitazioni dal Comune di Rezzato. «Abbiamo affidato la pratica ai nostri avvocati - spiega Ventura -. Certo è che il nuovo progetto è esattamente uguale al vecchio: stesso quantitativo di rifiuti conferito annualmente in discarica, pari a 120 mila tonnellate, stessa volumetria di 905 mila metri cubi, stessa area». «In una zona già degradata non c’è posto per altre discariche - aggiunge Matteo Capra, assessore ai Lavori pubblici, Ecologia e Cave di Rezzato -: Rezzato ha già dato molto in passato. La nostra posizione è ferma, e porteremo avanti la battaglia a spada tratta. Anche le nostre osservazioni al Piano provinciale cave, votate all’unanimità pochi giorni fa dal Consiglio comunale, vanno in questa direzione». E PROPRIO SUL PIANO cave interviene anche il consigliere in Loggia Fabio Capra. «Già nel 2002, in occasione della precedente normativa decennale, avevo chiesto una forte riduzione di quantità di ghiaia e sabbia da estrarre, ritenendo che la stima non fosse equilibrata agli effettivi bisogni, e soprattutto poco rispettosa dell’ambiente. Un errore che si ripete ancora una volta. Non può passare un Piano provinciale di quelle dimensioni, decisamente improponibile e sovrastimato. Non mi stupisce che ora salti fuori anche l’algoritmo sbagliato: quaranta milioni di metri cubi nei prossimi dieci anni sono un’enormità, non ne caveranno nemmeno 10 per soddisfare il bisogno di tutta la provincia». La stessa Provincia ha riconosciuto che la stima prevista dal Piano è eccessiva ed ha prorogato i termini della presentazione delle osservazioni al documento di programmazione inizialmente fissati per sabato scorso. SULLA QUESTIONE Castella, Fabio Capra ritiene che «la sentenza del Consiglio di Stato sia stata talmente chiara che dubito sulla possibilità che la richiesta venga accolta. Il nostro obiettivo rimane l’allargamento del Parco delle Cave verso Rezzato. Contro l’apertura della discarica ci siamo mobilitati allora, anche con più di 400 firme raccolte tra gli abitanti di Buffalora, e lo faremo ancora una volta, per porre a fine a quella che sta diventando una telenovela. É evidente che Garda Uno è con l’acqua alla gola, ma troveranno pane per i loro denti». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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