Cave di marmo, sei lotti e gara senza esclusioni

Cave di marmo di Botticino: dopo due anni di vertenze legali il bando per l’affidamento dei giacimenti prende forma
Cave di marmo di Botticino: dopo due anni di vertenze legali il bando per l’affidamento dei giacimenti prende forma
Cave di marmo di Botticino: dopo due anni di vertenze legali il bando per l’affidamento dei giacimenti prende forma
Cave di marmo di Botticino: dopo due anni di vertenze legali il bando per l’affidamento dei giacimenti prende forma

Dalle strettoie del presente ai progetti di sostenibilità economica e ambientale del futuro, Botticino sta ponendo il perimetro legale e tecnico dello sfruttamento cave di marmo, l’attività produttiva simbolo e orgoglio del paese. Il percorso è stato presentato nel corso di un’assemblea pubblica convocata nella Sala Tadini: le tre ore del confronto sono specchio dell’interesse del mondo economico e sociale verso il core-business della comunità. Il valore aggiunto dell’iniziativa, la presenza di tutte le aziende che operano sull'area di proprietà comunale, i tecnici privati e naturalmente i progettisti incaricati dal Comune, che hanno presentato il rapporto frutto dei rilievi in cava. Un lavoro frutto di «una ricerca approfondita, puntuale e professionale», ha sottolineato il sindaco Gianbattista Quecchia. Con gli esperti del dipartimento delle Scienze della Terra dell’università di Torino e dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche si è cercato di fare il punto sul futuro di un comparto di grande tradizione e radicato appeal, ma che risente di problemi legati all’innovazione e ai rincari dei costi di estrazione. Al centro dell'assemblea, che ha coinvolto anche la commissione cave, «il progetto, pienamente rispondente a quelle che erano le condizioni imposte dalla sentenza del Consiglio di Stato – precisa Quecchia -. I giudici hanno segnato il percorso, diversamente non si poteva fare». Sei dunque i lotti individuati – tanti quante le aziende attuali – che finiranno a gara. «Se saranno ancora i cavatori attuali a gestirli, oppure altri, si vedrà. Procediamo su quanto stabilito dalla sentenza, che aveva annullato tutto anche per il fatto che erano state escluse le aziende uscenti, nei confronti delle quali peraltro il codice degli appalti prevede tutele particolari», ha precisato il sindaco. Incontro e assemblea sono serviti «per fare chiarezza, anche se comunque stiamo rispettando gli impegni presi nel programma elettorale. Venti giorni dopo la mia elezione avevo convocato tutte le aziende per vedere se c'era condivisione per poter ripartire insieme. Noi eravamo pronti, ma erano le aziende che avrebbero dovuto fare il primo passo. Purtroppo qualcuno ha voluto attendere la sentenza del Consiglio di Stato e abbiamo perso più di due anni». Uno stop che ha zavorrato l’attività di estrazione. •. C.Reb.

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