Commercio, un po’ di ossigeno

di M.BEN.
Uno scorcio di Bovezzo
Uno scorcio di Bovezzo
Uno scorcio di Bovezzo
Uno scorcio di Bovezzo

Sono state 28 (su 70 aventi diritto) le attività produttive di Bovezzo che hanno presentato richiesta per avere accesso ai contributi a fondo perduto stanziati per far fronte alle difficoltà vissute lo scorso anno. Il Comune aveva aperto tempo fa un bando dedicato a negozi, pubblici esercizi, centri estetici, parrucchieri, agenzie di viaggio, strutture ricettive, edicole e autolavaggi. Era successo a fine novembre; poi la delibera di erogazione era arrivata prima di Natale. Complessivamente sono stati versati nelle casse di chi ha fatto domanda 35 mila euro. «A sostegno dei nostri esercenti - ricorda la sindaca Sara Ghidoni - abbiamo formulato e deliberato un bando in tempi record. Abbiamo cercato una strada per aiutare il più possibile, in base alle nostre possibilità, chi da mesi vive difficoltà economiche evidenti, e abbiamo studiato una formula per assicurare equità e semplicità nell’accesso ai fondi». 27, appunto, le domande ritenute ammissibili, solo una non rispettava la condizione richiesta: la riduzione del fatturato di almeno il 30% (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) tra gennaio e ottobre 2020. Dodici beneficiari hanno trovato sul conto corrente 970 euro (netti), per sei il contributo è stato di 1.280, per altri nove di 1.600. «CON UNA delibera di giunta abbiamo determinato i criteri di partecipazione - ricorda la consigliera con delega alle Attività produttive Ivonne Valcamonico -. I 35 mila euro erogati si sommano ad altri interventi indiretti messi in campo da questa amministrazione che ammontano a oltre 100mila euro». Numeri importanti per un Comune che conta circa 7.500 abitanti. A cosa si riferisce la consigliera? Ai mancati introiti dovuti allo sconto sulla Tari, all’occupazione gratuita del suolo pubblico e alla riduzione dei costi per le affissioni. Oltre ai buoni spesa per 40mila euro che sono stati erogati negli ultimi mesi. «Devo ringraziare chi ha contribuito al nostro lavoro - conclude Valcamonico - Parlo dei volontari e degli esercenti che hanno aderito alla consegna a domicilio, a quelli che, in alcuni casi, hanno rinunciato al rimborso dei buoni spesa. E di tutti i cittadini che hanno partecipato con una donazione volontaria». •

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