Dalla città a Rezzato la Castella è assediata

Uno degli slogan composti con lettere giganti durante il flash mob inscenato ieri nelle vicinanze dell’area dove potrebbe sorgere la discarica Castella 3
Uno degli slogan composti con lettere giganti durante il flash mob inscenato ieri nelle vicinanze dell’area dove potrebbe sorgere la discarica Castella 3
Uno degli slogan composti con lettere giganti durante il flash mob inscenato ieri nelle vicinanze dell’area dove potrebbe sorgere la discarica Castella 3
Uno degli slogan composti con lettere giganti durante il flash mob inscenato ieri nelle vicinanze dell’area dove potrebbe sorgere la discarica Castella 3

•• «Buffalora grida no al nuovo progetto della discarica». É il primo degli slogan coniati in occasione del flash mob organizzato ieri dal Codisa e dal Comitato di quartiere, nuovamente in campo contro il progetto presentato dal presidente di Garda Uno, Mario Bocchio, per l’apertura nell’Ate25 di un bacino destinato a smaltire rifiuti non pericolosi, per un quantitativo di 120 mila tonnellate all’anno, per una volumetria complessiva di 905 mila metri cubi. Un progetto fotocopia di quello bocciato nell’agosto dello scorso anno dal Consiglio di Stato perchè «localizzato in un contesto territoriale già gravemente pregiudicato a livello ambientale e sottoposto a fattori di rischio e di pressione fortemente impattanti». Un «insulto alla comunità e un atto di disprezzo verso una sentenza che non lascia spazio a dubbi - ha sottolineato Francesco Venturini del Codisa rimarcando il secondo slogan -. Qui non si possono fare discariche o altro che possa danneggiare sia l’ambiente che la salute. La Provincia non dovrebbe nemmeno prendere in considerazione la proposta. O Garda Uno fa ricorso al Consiglio di Stato, altrimenti è inaccettabile che possa ripresentare un progetto già affossato». «Basta speculazioni sulla nostra pelle e sull’ambiente» è il motto dal quale prende spunto Fabio Capra, consigliere comunale in Loggia, per sottolineare che «questo progetto nasconde una speculazione finanziaria: vogliono aprire una discarica per guadagnare quel che serve per il depuratore del Garda. Noi ci prendiamo i loro rifiuti, e loro sistemano gli impianti». «Non può essere una guerra tra Comuni: per questo chiediamo ai soci dell’utility di Padenghe di recedere da questa operazione indecente - incalza Capra -. Così come è indecente la richiesta 47 milioni presentata al Comune di Rezzato come risarcimento per la mancata realizzazione della Castella 2. Il motivo è che il solo terreno è costato circa 8 milioni, e adesso non vale più niente. Garda Uno chiede 47 milioni di euro per non aver ottenuto l’autorizzazione ad aprire una discarica? E noi verificheremo se ci sono le premesse per denunciare l’utility e chiedere i danni per procurato allarme - minaccia Capra -: la gente ha paura di ciò che potrebbe accadere. Pensavamo che la guerra fosse finita e di avere ottenuto una storica vittoria, e invece con un cavillo Garda Uno ci riprova attraverso il Provvedimento autorizzativo unico regionale che semplifica le procedure burocratiche. Una sorta di “scorciatoia“ che ostacoleremo per vie legali e attraverso la mobilitazione, gli unici strumenti per far valere i nostri diritti». L’ultimo slogan «dedicato» ad Arpa e Ats è stato ripreso da Francesco Venturini, che ha chiesto ai due enti di «dare un parere negativo inoppugnabile e categorico, senza se e senza ma». •.

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