Dimenticato dal monumento ai caduti

di M.MON.
Il nipote Agostino al munumento
Il nipote Agostino al munumento
Il nipote Agostino al munumento
Il nipote Agostino al munumento

Avrebbe festeggiato i cento anni di età il prossimo 7 giugno se la sua vita nel 1942, quando di anni ne aveva solo 22, non fosse finita in fondo al mare Mediteranno, tra i dispersi del secondo conflitto mondiale. Il soldato ghedese Francesco Bonetti, figlio di contadini valligiani che dalla bergamasca Val Seriana si erano spostati a Ghedi, è una vittima di guerra che, pur insignito nel 1961 della croce di guerra, non è entrato nella memoria collettiva. Il suo nome infatti non campare nell’elenco in bronzo scolpito sulle stele commemorative poste di spalle del Monumento ai caduti di tutte le guerre, opera di Bernardino Boifava, che si staglia nella centrale piazza Roma di Ghedi. La famiglia Bonetti, ricordandolo come persona buona e pacifica, costretta suo malgrado a combattere, ne ha festeggiato il «compleanno» il 25 aprile, giornata della Liberazione, «perché vittima della guerra nazifascista»: il nipote Agostino ha portato una rosa al monumento per un ricordo dello zio morto nel Mediterraneo. QUANDO l’emergenza coronavirus sarà finita è sua intenzione di chiedere al sindaco Federico Casali di colmare la lacuna del ricordo e di aggiungere all’elenco dei caduti anche il nome dello zio. Francesco aveva da poco terminato il servizio militare, quando gli avvenimenti bellici lo hanno richiamato in servizio al 92° reggimento fanteria Divisione Superga. Prima destinato all’invasione di Malta il suo reggimento avrebbe dovuto raggiungere le truppe dell’asse in Africa Settentrionale. Ma il piroscafo «Puccini» sul quale era stato imbarcato alla fine di novembre da Palermo in direzione della Tunisia fu affondato il 2 dicembre 1942 alle secche di Kerkennah dal violento fuoco degli incrociatori inglesi. Per lui finito a picco in fondo al mare è stato steso un verbale di irreperibilità. Nato da Maria Rosa Fornoni e da Giovanni dopo cinque fratelli- Giuseppe, Guerino, Leone, Luigi e Giovanni - viveva nella cascina «Marinetta» che dà il nome alla via dove abitano oggi quasi tutti i suoi numerosi congiunti: lui non ci è più tornato ma nel ricordo vive ancora tra loro. •

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