Gruppo antincendio Sella Caionvico Impegno per la natura da 45 anni

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Il Gruppo Sella negli anni 70: una realtà in continua crescita
Il Gruppo Sella negli anni 70: una realtà in continua crescita
Il Gruppo Sella negli anni 70: una realtà in continua crescita
Il Gruppo Sella negli anni 70: una realtà in continua crescita

Negli anni Settanta i boschi di Caionvico erano spelacchiati. Pochi alberi. Allora c'era la mania di bruciare ramaglie senza troppe cautele. Per sorvegliare la collina e per spegnere incendi Bortolo Molinari detto Lino, vigile del fuoco oggi in pensione, raduna pochi amici volonterosi e dà vita al Gruppo Antincendio Sella di Caionvico. La «sella» in questione è quella tra il Monte Mascheda che domina Caionvico e il Monte Maddalena. Era il 1976 e l'idea si dimostrò vincente: «da 35 anni sul Mascheda non c'è più in un incendio - racconta orgoglioso Molinari -, dal primo esiguo gruppetto siamo oggi una quarantina: 45 anni fa non avrei mai immaginato che saremmo arrivati tanto lontano. Anche se non ci siamo mai affiliati alla Protezione civile per la troppa burocrazia». Il sodalizio gode oggi della fiducia della popolazione che all'inizio si mostrava un po' diffidente: da allora organizzano ogni anno una Festa della Montagna che dura più giorni, pubblicano un agile ed interessante periodico, collaborano col Parco delle Colline, hanno installato quella grande croce azzurra sullo Sperone del Crocefisso chiamato localmente Sochet, hanno cotruito la Casina Sella, un rifugetto sempre aperto nei pressi della frequentata palestra di roccia detta Canyonvic, portano i bambini delle scuole a conoscere i sentieri del Monte Mascheda e del Monte Maddalena. Un impegno rinforzato oggi dall'ingresso nel sodalizio di molti giovani del Molim, un altro gruppo nato a Caionvico per ricordare la memoria del figlio di Molinari, Pierpaolo detto Moli, morto per una caduta nella palestra di roccia di Caionvico. «Nuove leve che, oltre a portare una ondata di freschezza nel gruppo Sella garantiranno meglio nel futuro la continuità della nostra attività, non solo quella antincendio», conclude Molinari per il quale fare il Vigile del fuoco era la professione più bella del mondo. •

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