Il mito dei «picaprede» scolpito nella toponomastica di Rezzato

Ai «picaprede» sarà intitolata la piazzetta a fianco del municipio di Rezzato
Ai «picaprede» sarà intitolata la piazzetta a fianco del municipio di Rezzato
Ai «picaprede» sarà intitolata la piazzetta a fianco del municipio di Rezzato
Ai «picaprede» sarà intitolata la piazzetta a fianco del municipio di Rezzato

Quello del «picaprede», o scalpellino, è un antico mestiere a cui storicamente venne attribuito il significato di «scultore senza arte». Un semplice operaio di cava che tagliava le pietre e le lavorava con le punte e gli scalpelli. Gli veniva riconosciuta la capacità di conoscere bene i materiali che doveva lavorare e trasformare: sapeva dove segnare, dove battere e come tagliare la pietra nel modo desiderato. Tante piazze, fontane, monumenti, emblemi di famiglia, portali e palazzi, furono costruiti con l’uso di pietre locali lavorate dagli scalpellini, ed oggi sono ancora la miglior testimonianza del valore di questo mestiere che purtroppo, poco a poco, è andato perdendosi. Ma non a Rezzato, dove il picaprede verrà ricordato con l’intitolazione della piazzetta che si trova alle spalle del palazzo del Comune, attualmente adibita ad area verde e parcheggi. Lo ha deciso nei giorni scorsi la Giunta, su proposta del sindaco Giovanni Ventura. «Grazie alle loro fatiche ed alla loro maestria, il nome di Rezzato è stato portato in tutto il mondo - spiega il primo cittadino -. Sin dall’antichità, l’attività di estrazione del marmo e dello scalpellino è stata fonte di reddito e sviluppo economico per le famiglie locali. Tale sviluppo portò l’architetto Rodolfo Vantini, nel 1839, a creare una scuola professionale per meglio qualificare la figura dello scalpellino, che raggiunse un elevato grado di professionalizzazione, tanto che della stessa scuola fu allievo lo scultore rezzatese Giovanni Battista Lombardi». I picaprede di Rezzato «contribuirono in modo incisivo alla realizzazione di opere architettoniche di notevole pregio - spiega Ventura -, tra cui spicca l’Altare della Patria di Roma». Ora nell’ambito della rivalutazione di un mestiere orgoglio della tradizione della Valverde è arrivato l’omaggio che scolpirà in modo indelebile nella toponomastica gli operai del marmo. •.

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