REZZATO

La discarica Castella risorge fra le proteste

di Cinzia Reboni
Riparte l'iter autorizzativo del controverso progetto Il CoDiSa: «Pronti a contrastare questo blitz estivo I due milioni metri cubi di rifiuti sono una minaccia»
La discarica Castella torna all'ordine del giorno della Regione
La discarica Castella torna all'ordine del giorno della Regione
La discarica Castella torna all'ordine del giorno della Regione
La discarica Castella torna all'ordine del giorno della Regione

La rovente estate bresciana fa materializzare il «fantasma» di una discarica che sembrava morta e sepolta. Il limbo normativo e la burocrazia-lumaca hanno rigenerato il progetto del mega cimitero di rifiuti incastonato al confine tra Castenedolo, Rezzato e la città. Martedì prossimo è stata convocata in Regione la conferenza dei servizi sul progetto di trasformare la cava dismessa Castella in un «sudario» per 2 milioni di metri cubi di scarti putrescibili, fisiologica fonte di miasmi sgradevoli. L'OPERAZIONE prevede anche la costruzione di un impianto per la produzione di energia elettrica. La procedura di Valutazione d'impatto ambientale insomma prosegue, anzi accelera a dispetto del preavviso di rigetto dell'istanza comunicato dalla Regione lo scorso novembre. Una bocciatura «figlia» della mole di osservazioni presentate dai Comuni coinvolti nel progetto e dal CoDiSa, che si batte contro l'operazione. Il comitato civico è dunque tornato subito a mobilitarsi. «Dopo aver appena sventato l'apertura della discarica di amianto - si legge in una nota del CoDiSa - un hinterland già soffocato da inquinamento e aziende ad alto impatto ambientale è tornato nel mirino di imprenditori e società che sfrutteranno il territorio nel nome del business». Per il CoDiSa, la discarica Castella rappresenta «una grave minaccia per gli abitanti di Brescia sud e di Rezzato e per il neonato parco delle cave».IL COMITATO HA CHIESTO di partecipare ad ogni conferenza dei servizi e di poter «valutare ogni atto di questo nuovo iter, che ha già dei contorni di nebulosità perchè nella stessa lettera di convocazione della conferenza si cita la vecchia procedura, per la quale non si capisce se è stata chiusa definitivamente, e contemporaneamente ne sembra citare una nuova di cui non si è ancora trovato traccia sul registro della Regione». La protesta ripartirà insomma da martedì. La Regione aveva bloccato l'iter sotto la spinta di una serie di criticità emerse in sede di esame del progetto. L'area destinata ad ospitare la discarica è allagata da una falda particolarmente vulnerabile. Il rischio che la percolazione dei fluidi dei rifiuti vada a contaminare la rete idrica è elevato. L'impianto di smaltimento di scarti - si leggeva nelle osservazioni - distruggerebbe una zona umida di grande rilevanza naturalistica e preziosa per la tutela di specie protette. LA DISCARICA, stando sempre al dossier del comitato e alle osservazioni dei Comuni, non rispetterebbe la distanza minima prevista dalla materna Bonomelli e dalla scuola elementare Bellini del quartiere Buffalora. C'è poi la questione dell'impatto cumulativo: la discarica andrebbe a peggiorare un'area già soffocata da fonti inquinanti, «con pesanti ricadute - si leggeva nelle osservazioni - sulla salute degli abitanti, già peraltro compromessa, come evidenziato dal recente studio Sentieri». Nell'area della Castella nidifica dell'avifauna rarissima: l'apertura dell'impianto di trattamento rifiuti andrebbe dunque a cancellare un habitat naturalistico unico.o

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