Non solo parole, piccoli giornalisti crescono

di Elia Zupelli
La redazione delle medie di Botticino:  creatività al potere per una tradizione che ha ormai 25 anni
La redazione delle medie di Botticino: creatività al potere per una tradizione che ha ormai 25 anni
La redazione delle medie di Botticino:  creatività al potere per una tradizione che ha ormai 25 anni
La redazione delle medie di Botticino: creatività al potere per una tradizione che ha ormai 25 anni

Certe tradizioni resistono, certe storie non finiscono. Anche quando i tempi sono ostili, anche quando il mondo sembra andare da tutt’altra parte. E invece, eccoli lì, seduti tra i banchi, intenti a compiere la loro piccola, grande rivoluzione: immaginare il futuro dell’informazione ripartendo dal passato. Dalla sua condizione più materica, tangibile e apparentemente in via d’estinzione: la carta. C’È RICCARDO, «sempre sorridente, gli piace trasmettere la sua gioia di vivere e spesso con la testa vaga nel cielo sopra la Maddalena»; c’è Nour, «una ragazza generosa, sogna di diventare una stilista, il suo nome significa luce»; c’è Nicolas, che «quando la classe è triste, lui ci strappa un sorriso. Anche se non sempre i professori ridono con noi...». E cono loro ci sono tutti gli altri giovani studenti della scuola secondaria di primo grado «Giovita Scalvini» di Botticino, l’unico istituto bresciano (fino a prova contraria, sperando di essere presto smentiti!) dove l’idea di «giornalino scolastico», che oggi suona così vintage e analogica, non solo è sopravvissuta agli urti dell’invasione tecnologica, ma addirittura continua a dare buoni frutti: cartacei, formato tabloid. In testata, a caratteri cubitali, «Non solo parole». Numero 1, anno 25. E non sentirli. Grazie anche all’impegno e alla rapidità di pensiero della tanto (retoricamente) vituperata generazione social, che proprio alle medie di Botticino si è unita in un progetto comune trasformandosi in redazione, per dare un seguito al «sogno del periodico» che per primo aveva reso reale il professor Luciano Mao. Non a caso intervistato da alcuni studenti in questa edizione 2019 (ora coordinata dal professor Luca Grazioli e supportato dall’associazione genitori), che ha impegnato i ragazzi durante tutto l’anno per poi apparire in tutta la sua compiutezza giusto qualche giorno fa, in attesa della presentazione, domani durante la festa di fine anno. Nel frattempo «Non solo parole» sta già circolando ben oltre i corridoi dell’istituto, fino al cuore del paese, offrendo prospettive di lettura che esplorano un’ampia gamma di tematiche, dall’attualità allo sport, dalle recensioni di film e libri agli «zoom» su artisti come lo scultore Giuseppe Tregambe o i 4 Axid Butchers, pionieri electro-rock testimoni di «un’amicizia a sei corde: si sono conosciuti sui motorini e hanno impennato fino ai palchi internazionali» (così li descrivono i ragazzi della terza B), passando per approfondimenti su rischi delle dipendenze, bullismo e web reputation. Gli «scrittori in erba» (che è anche il titolo di una delle tante rubriche) non mancano. E si fanno notare nella sezione dedicata alle «curiosità», lettere a un direttore immaginario velate di leggerezza, innocenza e delicata poesia. «Mia nonna Teresa vive in un piccolo villaggio che si chiama Katuneriya, in Sri Lanka», scrive Daniele della prima B. «La sua casa è a nord del villaggio, circondata da campi in cui si coltivano riso e lenticchie. Ha occhi marroni e capelli grigi, come quelli della mia insegnante. E un giardino in cui crescono rose e gelsomini». Pensieri in libertà che fotografano il senso di un progetto da applausi e di un mondo senza più confini. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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