Fabio Rolfi ieri si è svegliato con un problema non da poco. L’assessore regionale non può non avere guardato ai risultati delle elezioni politiche senza essersi chiesto se la sua candidatura (in pectore) a sindaco di Brescia, in rappresentanza dell’intero centrodestra, sia sempre nel novero delle cose plausibili. Il suo partito, la Lega, esce dalle elezioni con le ossa rotte. Anche a Brescia. In città Fratelli d’Italia ha ottenuto abbondantemente oltre il doppio dei consensi del Carroccio (di poco oltre il 10 per cento). Essere lo sfidante del centrosinistra e allo stesso tempo appartenere a una forza politica che attraversa una fase di scarso appeal tra i bresciani può costituire un freno. E questo sicuramente se lo stanno dicendo dalle parti di Piazzale Corvi, sede della federazione provinciale di FdI. Lui, l’ex vice sindaco, contattato telefonicamente da Bresciaoggi, non risponde. A suo vantaggio il fatto che di candidati alternativi alla sua figura, almeno nel campo dei politici puri, il centrodestra non pare in grado di esprimerne molti. A suo discapito la possibilità che la riconferma di Attilio Fontana in Regione possa in qualche maniera essere barattata con la candidatura di un non leghista a sindaco di Brescia. Dal centrosinistra si attendono nuove da Emilio Del Bono, king maker di casa Pd. Il suo commento al voto è atteso nelle prossime ore. Tracce dei suoi pensieri si palesano su Facebook. A un paio di post del presidente del consiglio comunale Roberto Cammarata («Si può perdere, ma bisognerebbe evitare di giocare a briscola quando si è seduti a un tavolo da poker. Io inizierei ringraziando chi, in vario modo, ha rotto i percorsi di alleanza su cui Letta stava lavorando da tempo») il sindaco risponde così: «Mi pare un risultato scontato. La minoranza nel Paese vince perché la maggioranza non si è messa insieme. Per varie ragioni e responsabilità che ora a caldo non serve sottolineare. È andata così come purtroppo era prevedibile. Il Pd ha fatto ciò che poteva in queste elezioni. Ora lavoriamo per unire». Resta un dubbio: davvero la destra in Italia è minoritaria? •. M.Z. © RIPRODUZIONE RISERVATA